"Siamo perfettamente a conoscenza del caso e lo stiamo seguendo. Sia l’istituto di servizio del docente che l’ufficio di ambito territoriale hanno già preso i primi provvedimenti urgenti che si devono adottare in queste situazioni". Il provveditore Lorenzo Pierazzi commenta così il caso del prof finito in manette con l’accusa di spaccio e apre la via al provvedimento di sospensione dall’incarico in attesa dell’esito della vicenda giudiziaria. Paolo Milani, da giovedì è agli arresti domiciliari nella sua abitazione di San Giustino umbro. E fino a giovedì insegnava matematica alla scuola Severi di Arezzo. "È molto provato da questa vicenda perchè non si ritiene affatto uno spacciatore quale è stato indicato. L’unico errore che ha fatto è stato quello di consumare insieme ad alcuni amici la sostanza stupefacente, cocaina", spiega l’avvocato Eugenio Zaganelli che ha già pronto il ricorso al Tribunale della libertà, per "chiedere la sospensione degli arresti domiciliari, e permettere al professore di riprendere il lavoro. Le esigenze cautelari si sono notevolmente affievolite".
Un passaggio strategico sul piano tecnico per "poter accedere agli atti dell’inchiesta" e affinare così la linea difensiva. Ha incontrato il prof nella sua abitazione a San Giustino umbro: un colloquio per capire e impostare la linea che porterà avanti nell’iter giudiziario. Che ha come primo obiettivo ottenere "la sua completa libertà". "Il mio assistito è consapevole delle conseguenze cui va incontro, ad esempio la sospensione dalla scuola dove insegna che ad oggi non è stata ancora comunicata ma che sicuramente avverrà e, più avanti, il rischio di licenziamento. E in quel caso valuteremo se impugnare di fronte al giudice del lavoro, anche perchè lui a scuola si è sempre comportato nel migliore dei modi, mai avuto un richiamo".
La cessione di dosi di cocaina, secondo la ricostruzione dei finanzieri, avveniva nel parcheggio e nei locali situati al piano terra dell’abitazione del professore. Un via vai di persone documentato dagli investigatori: i contatti attraverso ordini effettuati via whatsapp, utilizzando un linguaggio in codice. Sono stati ricostruiti poco meno di duecento episodi negli ultimi mesi, per oltre un etto complessivo di cocaina con un incasso che supera i diecimila euro.
L’arresto è stato convalidato dal giudice e con il prof sono finiti nelle maglie dell’inchiesta dodici persone, segnalate alle prefetture di Perugia e Arezzo come assuntori di cocaina (hanno dai 30 ai 50 anni). Tra loro, anche il cliente sorpreso durante il blitz: un uomo di quarant’anni, trovato in possesso di una dose di cocaina appena acquistata. Durante la perquisizione domiciliare nell’abitazione del professore a San Giustino sono stati sequestrati anche un bilancino di precisione, sostanza da taglio e denaro contante che gli investigatori ritengono provento di attività illecita. "Il professore non spacciava, ma solo sporadicamente consumava piccole quantità di cocaina assieme ad alcuni amici" ribadisce l’avvocato Zaganelli che rilancia: "Non ha mai avuto richiami dalla scuola , nè comportamenti scorretti verso gli alunni".