ALESSANDRO ORFEI
Cronaca

Progetti per l’eolico. Adesso Umbria e Marche fanno fronte comune

C’è un coordinamento per il “no“ ed è subito stata organizzata una riunione "Un ’assalto’ che trasformerà in modo irreversibile il contesto naturale".

Progetti per l’eolico. Adesso Umbria e Marche fanno fronte comune

Progetti per l’eolico. Adesso Umbria e Marche fanno fronte comune

I Comitati contro l’eolico di Umbria e Marche fanno fronte comune, battezzano un coordinamento e programmano una riunione nella quale invitare sindaci, associazioni e categorie economiche, oltre che singoli cittadini. Il primo incontro si è tenuto martedì scorso e ha riunito i comitati con i rappresentanti dei territori di Foligno, Valtopina, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Serravalle di Chienti, Camerino e Pieve Torina, su iniziativa del Comitato ‘Un’altra idea per l’Appennino’. L’obiettivo era analizzare e approfondire la situazione che consegue ai numerosi progetti di impianti eolici industriali presentati al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) , che investono il territorio dell’alta collina e della montagna umbro- marchigiana. La nota parla di un "assalto" con 70 torri che "andranno a trasformare irreversibilmente il contesto naturale dei territori montani". I presenti all’incontro hanno condiviso che la realizzazione degli impianti dei progetti presentati "pregiudica, in maniera irreversibile, le peculiarità e i valori panoramici, naturalistici, ambientali e la biodiversità di aree non idonee e non compatibili per interventi industriali di questa natura e portata". Rimarcato che "i territori investiti da questi impianti costituiscono un patrimonio irrinunciabile per il mantenimento e lo sviluppo delle comunità collinari e montane, che sono l’ossatura socio-economica della dorsale appenninica e ancora resistono e si oppongono, strenuamente, al continuo spopolamento". I Comitati hanno sottolineato l’importanza delle energie rinnovabili "ma la non condivisione dell‘aggressione ai nostri territori, operata in un quadro in cui la crisi climatica viene spesso presa a pretesto dagli imprenditori dell’eolico, che decidono dove e come fare impianti, senza tenere minimamente in conto le volontà delle comunità interessate". Per i Comitati serve una partecipazione e un coinvolgimento sull’attuazione delle linee guida ministeriali, che lascerà alle Regioni decidere le aree idonee.