REDAZIONE UMBRIA

Proietti nel mirino del web: "Denuncio chi mi insulta"

La presidente della Regione: "Io vittima di discriminazioni sessiste. Un oltraggio a tutte le donne". E sui social pubblica le accuse ricevute. .

Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria

Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria

"Se mi chiamavo Stefano tutto questo non sarebbe successo". Ha la voce forte e chiara Stefania Proietti, presidente della Regione, per raccontare quanto le accade ormai da settimane. "Una campagna di odio – dice si è scatenata contro la mia persona, in particolare sul web, e coinvolge non solo me, ma le donne che si impegnano in politica e per la società. Presenterò già lunedì (oggi, ndr) una denuncia alla polizia postale per accuse, minacce e ingiurie anche di natura sessista contro la mia persona e contro l’istituzione che rappresento. E chiederò un risarcimento danni da devolvere in beneficenza".

A scatenare la reazione della governatrice una serie di frasi pronunciate o pubblicate "anche da rappresentanti di istituzioni come sindaci e parlamentari", soprattutto dopo l’avvio del confronto sul deficit della sanità umbra e sulle nuove tasse annunciate dal governo regionale. "Non è possibile che il confronto politico si abbassi a questo livello, arrivando a manifestazioni di violenza così inaudita, in clima d’odio che prescinde dalla dialettica politica", dice Proietti.

Che racconta: "C’è chi ha pensato di rappresentarmi con il dito medio alzato. Chi ha voluto ridurmi a una caricatura con minigonna, smalto e scollatura. Chi mi chiama “la rossettata”. Chi mi ha chiamata “lady tax”, con l’intenzione di sminuirmi e deridermi. E poi ancora: naso da Pinocchio, odio, volgarità, aggressività gratuita. Tutto questo non riguarda me. Io, per fortuna, ho le spalle larghe. Ma riguarda le tante giovani donne che stanno pensando, oggi, di impegnarsi in politica. Riguarda le nostre figlie e i nostri figli. Questo tipo di linguaggio non è mai stato usato contro colleghi uomini. Perché accade ora?".

Una domanda per ora senza risposta: "Abbassiamo i toni – dice la presidente – Ricominciamo a dare un valore alle parole. Perché è dal linguaggio che inizia la violenza. È dalle parole che si autorizza la cultura dell’odio, la discriminazione, l’aggressione. E il passo dalle parole ai gesti, anche i più estremi, come i femminicidi, è breve. Terribilmente breve. È per questo che dobbiamo fare muro per dire che no, non è normale. Non deve essere tollerato. Che una donna non può, non deve, essere insultata o derisa solo perché fa politica, solo perché è libera, solo perché è donna. Io non mi fermo. E continuo a metterci la faccia. Anche per chi, oggi, ha paura di farlo. Sono laureata da 25 anni e nella mia vita ho scalato la montagna con le unghie, non mi faccio spaventare dagli insulti sul web".

Roberto Borgioni