
Paolo Groff dirige il Pronto soccorso
Perugia, 30 luglio 2019 - Codici numerici di priorità, da 1 (il più grave) a 5, al posto dei colori. Ma anche nuovi standard per l’Osservazione breve intensiva (Obi) e azioni per ridurre il sovraffollamento. Questi i punti-chiave del documento per la gestione dei Pronto soccorso, messo a punto dal tavolo di lavoro istituito al ministero della Salute e inviato recentemente alle Regioni. Entro 18 mesi anche l’Umbria dovrà adeguarsi alle nuove indicazioni, a cominciare da quelle sul triage. Il sistema di accesso, oggi regolato dai codici colore (rosso, giallo, verde e bianco), sarà progressivamente sostituito dalla numerazione, con l’aggiunta di un quinto codice.
L’obiettivo è "ridistribuire meglio" la popolazione che si presenta al Pronto soccorso, superando le criticità legate in particolare al codice verde, attribuito a chi non corre un rischio immediato pur presentando un livello di sofferenza non trascurabile. "Al suo interno – spiega il dottor Paolo Groff, direttore del Pronto soccorso dell’ospedale di Perugia – esistono tanti livelli di gravità e non è adeguato a identificare tutte le tipologie di pazienti che ricadono in questa categoria. Ciò può determinare un eccesso di attesa all’estremo più lieve e una gestione rapida all’estremo più grave".
Al Pronto soccorso si registrano in media 170 ingressi al giorno e i codici bianchi incidono meno del 10%. Le linee guida definiscono anche i tempi di gestione del paziente, raccomandando che la 'sosta' in Pronto soccorso duri tra le 6 e le 8 ore al massimo.
"Questo aspetto è molto importante – sottolinea Groff – perché si responsabilizza l’ospedale a prendersi carico del paziente. Noi abbiamo gestioni anche molto più rapide, il problema è che a volte viene disposto il ricovero che però avviene parecchio tempo dopo".
C’è poi il capitolo-sovraffollamento. Per arginarlo si punta, ad esempio, su blocco dei ricoveri programmati e implementazione del bed management (gestione dei posti letto).
"Su questo fronte – sostiene Groff – occorre una programmazione, bisogna uscire dal sistema fatalista. Le direzioni sanitarie devono essere molto integrate con i reparti dell’ospedale. A Perugia stiamo cercando di strutturare da tempo un piano di gestione del sovraffollamento anche attraverso un monitoraggio quotidiano dell’utilizzo dei posti letto".
Novità infine per l’Obi, sia sul fronte strutturale che sul tempo di permanenza (non più di 36 ore dalla presa in carico in triage): "E’ lo strumento di osservazione che più dinamicamente risponde alle esigenze di filtro del Pronto soccorso. A Perugia – conclude il direttore – è prevista una ristrutturazione che porterà da 10 a 14 i letti disponibili".