Il "Premio Todi" del Lions Club ha una storia di quaranta anni, ma è stato consegnato solo pochissime volte e a grandi personalità della città. Stavolta è toccato a loro, a tutti i volontari della Protezione civile "La Rosa dell’Umbria" che, sin dall’inizio della pandemia, si sono spesi con discrezione e in silenzio a servizio della comunità. Medici, infermieri, privati cittadini, artigiani che a vario titolo hanno collaborato al bene comune: la loro opera al centro vaccinale di Ponterio, nato ad aprile e unico ad essere gestito dal Comune attraverso una convenzione con il Sistema sanitario nazionale, è solo l’ultima in ordine di tempo. Ma dall’inizio di quel 9 marzo 2020, quando ancora non c’erano disposizioni al riguardo e mancavano i dispositivi di protezione persino in ospedale, c’è chi si è dato da fare per tagliare e cucire mascherine chirurgiche, chi per oltre due mesi ha supportato l’ospedale di Pantalla con calzari e divise, pasti, bancali di acqua e caffè e chi si è dedicato ad una capillare operazione di contact tracing che ha permesso di tracciare tutti i positivi locali e in seguito della Media Valle del Tevere.
A tutti loro è andato, ieri, il significativo riconoscimento della presidente del Lions Todi, Francesca Vichi: una targa consegnata al responsabile della Protezione Civile Claudio Serrani che può vantare un Gruppo appassionato di 400 volontari. "Esempio di efficienza, solidarietà e umanità- si legge nella motivazione del Premio - che, con una puntuale e precisa organizzazione, è stato capace di rispondere con straordinaria determinazione ed efficacia ai bisogni della popolazione tuderte durante la pandemia, tanto da divenire punto di riferimento della Regione per i modelli strategici messi in atto". I numeri di ieri parlano chiaro: il Comune di Todi è primo in Umbria ad aver vaccinato nella più alta percentuale di prime dosi e tra quelli che hanno maggiori prenotazioni.
Susi Felceti