
L’imprenditore Luca Federici già noto per il commercio del tartufo aveva avviato di recente anche un’attività di apicoltura
Muore punto da un’ape. Neanche l’iniezione di adrenalina è riucita salvargli la vita. La vittima della tragedia, che si è consumata ieri pomeriggio a Spoleto, è Luca Federici, imprenditore spoletino di 47 anni che oltre al commercio del tartufo da un po’ aveva avviato anche l’attività di apicoltura. Anche ieri pomeriggio infatti si era recato in campagna per compiere alcune operazioni sulle sue api. Munito di protezioni anti puntura si è avvicinato alle cassette ed un’ape si sarebbe infilata proprio nella fessura tra la tuta ed il casco e l’avrebbe punto al collo. L’uomo avrebbe chiesto aiuto ed avrebbe immediatamente assunto cortisone ed antistaminico che però non sono stati sufficienti a placare quella sensazione di malessere improvvisa che lo ha costretto a chiedere a chi era con lui di accompagnarlo immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale. Cortisone e antistaminico non hanno sortito gli effetti sperati, durante il tragitto in auto verso l’ospedale di Spoleto le sue condizioni sono notevolmente peggiorate e sono affiorati i chiari sintomi dello choc anafilattico tanto che addirittura, con l’auto in corsa, è stato chiesto l’immediato intervento del 118. Giunto al pronto soccorso ad attenderlo fuori medici ed infermieri, con la dottoressa pronta ad iniettargli, prima di entrare, l’adrenalina. Trasferito nella sala dell’estrema urgenza è stato subito preso in cura dagli altri sanitari e sono intervenuti anche il cardiologo ed il rianimatore. Oltre un’ora di agonia, ma i medici non hanno potuto riscontrare alcun segnale di miglioramento tanto che dall’ospedale di Spoleto è stato anche richiesto l’intervento dell’elisoccorso per trasferirlo in un altro nosocomio e sottoporlo ad un ulteriore trattamento specifico antichoc anafilattico. Volo praticamente inutile, perché le condizioni sono ulteriormente peggiorate fino a quando il cuore del 47enne ha cessato definitivamente di battere. A quanto pare l’apicoltore già in gioventù aveva vissuto un’esperienza di choc anafilattico in seguito alla puntura di un insetto. Per questo motivo era comunque dotato del siero dell’adrenalina che però ieri pomeriggio non aveva portato con sé in campagna. Il 47enne non era sposato e non aveva figli; disperazione da parte dei familiari. La notizia ha velocemente fatto il giro della città e gli amici si sono stretti intorno alla famiglia.
D. M.