REDAZIONE UMBRIA

Qualità della vita nel Cuore verde. Perugia e Terni, si sta un po’ meglio. Infortuni e furti: le vere ’piaghe’

Le due province salgono in graduatoria rispetto allo scorso anno grazie ad alcuni indicatori come la cultura e la socialità. Continuano a crescere i "colpi" nelle case: escalation dal 2021.

Migliora la qualità della vita a Perugia e a Terni secondo l’edizione 2024 dell’Indagine del Sole 24 Ore che misura il benessere nei territori italiani. Il capoluogo umbro si trova in 40/a posizione, scalando la classifica di nove posti rispetto al 2023. Terni fa un balzo in alto di 14 posizioni ed è 48/a.

Per quanto riguarda Perugia, la performance migliore si registra per la qualità della vita delle donne, un indice sintetico su dieci parametri (terza nella classifica generale), mentre la performance peggiore riguarda il tasso di infortuni sul lavoro mortali e con inabilità permanente per 10mila occupati (102/a in classifica). Il capoluogo scala dieci posizioni nel settore della giustizia e sicurezza e nove in quello della cultura e tempo libero, mentre peggiora la sua performance nel settore ambiente e servizi (meno 12) e affari e lavoro (meno 8). La performance migliore di Terni riguarda le startup innovative ogni mille società di capitale (quarta in classifica), mentre la performance peggiore riguarda il quoziente di mortalità standardizzato per 10mila abitanti (102/a posizione in Italia. Terni migliora in giustizia e sicurezza (più 19) e cultura e tempo libero (più 26), mentre peggiora nel settore affari e lavoro (meno dieci). Bergamo prima città in Italia per qualità della vita. Come negli anni passati le province del Mezzogiorno si concentrano nella parte bassa della classifica: maglia nera è Reggio Calabria.

Quanto alla provincia di Perugia, ancora una volta l’indicatore migliore è quello su cultura e tempo libero, dove la provincia perugina è dodicesima con 19 pozioni in più rispetto all’anno scorso. La miglior peformance è quella sulla qualità della vita delle donne come accennato: qui ci sono indicatori come l’occupazione femminile, che è aumentata nel 2024 del 2,8%; oppure sulla presenza delle donne nelle amministrazioni comunali 8+,8,9%), ma anche delle imprese femminili che invece hanno fatto registrare un calo dello 0,4 per cento da un anno all’altro.

Molto dibattuto come ogni anno il capitolo su Giustizia e sicurezza, dove purtroppo le denunce sono in aumento rispetto al 2023: la provincia di Perugia ad esempio è tra le peggiori in Italia (ottava) per le rapine in banca (0,5 ogni 100mila abitanti, rispetto a una media che è dello 0,1). Ma ancora una volta c’è la piaga dei furti nelle abitazioni: 20esimo posto e 334,7 denunce ogni 100mila abitanti, pari a circa 2.312 denunce totali in tutta la provincia perugina, oltre 180 al mese. Un parametro che purtroppo è in aumento dato che lo scorso anno era di poco più di 323 denunce, con un trend in crescita dal 2021 in poi. La provincia è 27esima per i furti su auto (993 le denunce), 34esima per quelli in esercizi commerciali (755) e 40esima per i furti con destrezza.

Molti sono gli spunti di discussione, come quello del canone medio di locazione per appartamenti di 100 metri quadri in zone semicentrali, dove i prezzi sono calati del 28,4 per cento, al contrario del prezzo medio di vendita di un immobile, il cui prezzo al metro quadrato è aumentato del 2,6 per cento.

M.N.