SILVIA ANGELICI
Cronaca

Quando le parole feriscono . Il catcalling è davvero innocuo?

Era solo un complimento, cosa avrò fatto di male? Spesso la violenza di genere parte da qui.... CLASSE III A DELLA SCUOLA MEDIA “DA VINCI“ (PERUGIA).

Foto di gruppo per gli studenti-reporter

Foto di gruppo per gli studenti-reporter

Cammini per strada, stai andando al lavoro, a scuola o a prendere un caffè. È una bella giornata, ti senti bene. Poi, all’improvviso, un fischio. Qualcuno ti chiama “bella”, qualcun altro commenta il tuo corpo. Forse ridono tra loro, forse insistono se non rispondi. Ti senti osservata, giudicata. E quella bella giornata non sembra più così bella. Colpa del catcalling è un fenomeno diffuso, che ha radici profonde in Italia, nonostante il suo nome inglese. E’ un neologismo conito nel 2021, letteralmente si traduce in “gatto che chiama“. Consiste in un’espressione verbale o gestuale di apprezzamento rivolto in modo esplicito, volgare e talvolta minaccioso ad un soggetto sconosciuto, spesso di sesso femminile, in luoghi pubblici. Solitamente questo comportamento viene minimizzato, ma un complimento è gentile e rispettoso, il catcalling, invece, è un’invasione; è un’attenzione non richiesta che trasforma una semplice passeggiata in un momento di disagio.

Dopo aver intervistato la psicologa Raffaella Cipriani, che lavora per un centro anti-violenza, abbiamo compreso più a fondo alcuni aspetti del fenomeno. Il motivo per cui il catcalling è considerato più grave oggi rispetto al lontano passato, è che spesso da questo comportamento derivano violenze peggiori: stalking, stupro, fino al femminicidio. Praticando il catcalling si inizia a pensare che le donne siano oggetti da guardare o da commentare, piuttosto che persone con pensieri, emozioni e diritti. Nella vittima di catcalling può nascere ansia, depressione, con conseguenti problemi di autostima, oltre che timori rispetto a luoghi che si percorrono quotidianamente e, di conseguenza, una variazione nello stile di vita. Come reagire a un atto di catcalling? Il modo migliore è ignorare chi ha rivolto questi commenti e continuare a camminare, per poi parlarne con una persona fidata. Inoltre è consigliato, in certi luoghi, muoversi in gruppo e non da soli. In Italia non è ancora considerato un reato, tuttavia pensiamo che una legge non basterà.

Per sconfiggere la violenza c’è bisogno che fin da ragazzi ci educhiamo al rispetto dell’altro e al sapersi confrontare senza esprimere alcuna violenza o atteggiamenti discriminatori, avendo il controllo delle proprie emozioni. Per cambiare davvero le cose, dobbiamo iniziare da noi stessi, non accettare il catcalling e insegnare agli altri che non è una cosa da ridere. Fare apprezzamenti è una cosa bella, sana. Saperli fare con rispetto, però, è un dovere da parte di tutti.