Quattro imputati chiedono scusa e ottengono la “messa alla prova“

Nuova denuncia Lgbti a Perugia per insulti su Facebook: 4 imputati condannati a attività di pubblica utilità e risarcimento, altri procedimenti in corso.

Quattro imputati chiedono scusa e ottengono la “messa alla prova“

Quattro imputati chiedono scusa e ottengono la “messa alla prova“

Mentre si vanno a definire le posizioni degli imputati per il primo processo, frutto di una denuncia di Omphalos, una nuova denuncia sarà presto presentata dall’associazione per la difesa dei diritti Lgbti. Quattro persone, delle 9, rinviate a giudizio per gli insulti via Facebook hanno ottenuto la messa alla prova, con lo svolgimento di un programma di attività obbligatorie di pubblica utilità, dopo un accordo con le parti civili: la firma di una lettera di scuse e il versamento di un risarcimento all’associazione, difesa dall’avvocato Elena Bistocchi. La denuncia era scattata dopo gli insulti e le minacce ricevute nel 2019 da Omphalos a commento di un post su Facebook che ricordava il Perugia Pride. Cinque anni dopo, riferisce l’associazione stessa, la storia si ripete ancora una volta. Nel primo caso, chiuse le indagini, la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per 9 persone, quasi tutte residenti tra Perugia e Terni, per minacce, istigazione alla violenza, diffamazione e apologia di fascismo. Quattro, come detto, hanno ottenuto la messa alla prova. Per altre i procedimenti penali continueranno. "Quando abbiamo ricevuto quei messaggi non ci abbiamo pensato due volte – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Lgbti – non è pensabile che si possa utilizzare una simile violenza in modo così gratuito e pensare di farla franca". L’associazione è già al lavoro su altri commenti di odio, sempre ricevuti via social, in occasione del più recente Umbria Pride del 1 giugno 2024.

elleffe