
Il sindaco De Carolis era in piazza San Pietro nel 2015: "Una grande e indimenticabile emozione. L’ho incontrato di nuovo altre volte. A novembre si vedeva la sua sofferenza".
"È stata una giornata speciale, indimenticabile". Era il 30 settembre del 2015 e Mario De Carolis allora era il vicesindaco di Cascia. Ma in piazza San Pietro c’era quando Papa Francesco benedisse quella statua “monumentale“ che raffigura Santa Rita e che ora si trova all’incrocio delle strade che portano una a Cascia e l’altra a Rocca Porena. Trenta tonnellate di peso, per sei metri d’altezza: ci vollero i vigili del fuoco per “manovrarla“.
"Il Santo Padre, proprio riguardo l’imponenza della statua, fece una battuta con monsignor Boccardo – ricorda De Carolis, ora sindaco di Cascia –: disse che, certo, quella non poteva stare sopra un comodino. Ecco è questo che ricordo di Papa Francesco: il forte carisma e la personalità che sprigionava ma, al tempo stesso, la sua capacità di metterti a tuo agio, quel suo modo bonario che ti faceva sentire al tuo posto quando eri al suo fianco. Grandezza e umiltà che convivevano nella stessa persona: era questo a renderlo straordinario".
Quel giorno di settembre fu una festa per la comunità di Cascia: "Metà popolazione era lì, in piazza San Pietro. La popolazione e i devoti della nostra Santa Rita, che sono tantissimi". Compresi quelli che hanno donato il monumento: finanziato dal devoto Sarkis Sarkis e realizzato, con marmo del Libano, dall’artista Nayef Alwan, libanese.
"La statua partì da Beirut, arrivò a Salerno e da lì a piazza San Pietro. Dopo la benedizione il viaggio verso Cascia – ricorda ancora De Carolis –. Fu una giornata meravigliosa, emozionante, indimenticabile". Ma il sindaco De Carolis ha incontrato Papa Francesco in altre occasioni: "Mi pare fosse il 2018, comunque poco prima della pandemia. Gli donammo un quadro con Santa Rita e lui ci chiese come andava dopo il terremoto. Gli rispondemmo “a rilento, Sua Santità“. L’ultima volta che l’ho incontrato è stato pochi mesi fa, nel novembre 2024 – conclude De Carolis –, per un’audizione con il commissario Castelli: si vedeva la sofferenza, l’ho trovato invecchiato, quel giorno non stava bene. Ci fu tra noi solo un piccolo saluto, ma a me bastò per riempirmi il cuore".