
Chiese, locali, musei e università: da Sant’Ercolano al Frontone la riscossa di un luogo strategico del centro che vuole diventare il ’quartiere della pace’. I 20 anni dell’associazione: "Migliorare la vita di studenti e residenti".
Non a caso è per tutti il “Borgo Bello“. Un nome che il quartiere, ai piedi del centro storico, si è guadagnato sul campo. Nella zona che va dalle scalette di sant’Ercolano fino ai Giardini del Frontone è tutto un concentrato di testimonianze storiche, culturali, artistiche e architettoniche. Basti pensare al complesso monumentale di san Pietro, alla chiesa di san Domenico col suo campanile squadrato, fino ai giardini del Frontone, che evocano l’armonia incontaminata dell’Arcadia. Il Borgo Bello, che si sviluppa sulla direttrice di Corso Cavour, si è meritato anche un altro appellativo: lo chiamano la Montmartre di Perugia per la sua vivacità, i locali (c’è anche un Caffè che ha ottenuto la certificazione d’eccellenza) i 3 teatri, le attività commerciali molto caratteristiche. E poi in Borgo XX Giugno ha sede uno dei musei più importanti dell’Umbria, quello archeologico nazionale di piazza Giordano Bruno, il Dipartimento e la Fondazione per l’Istruzione Agraria, che tra i suoi splendori annovera l’orto medioevale e la Galleria dei tesori d’arte.
"Nel novembre 1896 – racconta il professore Gaetano Martino, direttore del Dipartimento - iniziava l’attività del Regio Istituto agrario sperimentale di Perugia da cui sarebbe nata, nel 1936, la Facoltà di Agraria, sede di riconosciuto pregio nel panorama nazionale e meta di studenti, futuri agronomi, provenienti da tutte le regioni di Italia. Da più di un secolo, dunque, San Pietro e Borgo XX Giugno accolgono giovani che vedono nelle Scienze agrarie il terreno prediletto di formazione. Le vie del Borgo e i chiostri del Complesso monumentale sono materia stessa della vita quotidiana degli studenti e dei ricercatori. Luoghi in effetti sacri nella storia della città. Luoghi di cui tutti coloro che vivono la Facoltà, ora Dipartimento, sono al tempo stesso privilegiati abitanti e custodi. Custodi della storia e della bellezza e dell’intuizione, ancora vitale, che fece degli spazi di San Pietro, edificati dalla Regola di San Benedetto, il luogo dell’impegno, del sapere, della ricerca intorno al rapporto tra natura, tecnica e società".
"Il Museo Archeologico ospitato dal 1948 nell’ex convento di San Domenico a Perugia, conserva e racconta la storia della regione dall’età preistorica all’epoca romana. L’area in cui sorge il complesso di San Domenico - spiega la direttrice, Tiziana Caponi - si colloca lungo un asse viario di origine etrusca. Nella zona sorgeva la Pieve di Santo Stefano del Castellare, i cui resti furono inglobati nelle fasi successive di occupazione del sito. La prima fase della chiesa domenicana risale al 1233. Il complesso conobbe espansioni progressive tra XV e XVI secolo; alla fine del ‘500 fu realizzato l’oratorio della confraternita. Nel 1614 il crollo della chiesa di S. Domenico causò l’interruzione, per circa un secolo, di interventi edilizi. Il complesso architettonico ha una lunga storia e ha subito trasformazioni, tra cui l’uso come caserma militare durante l’occupazione napoleonica e, dopo l’Unità d’Italia, un lungo periodo sotto l’autorità militare. Solo nel 1957 le collezioni archeologiche dei musei civici furono riunite e allestite in questa sede dall’avvocato Umberto Calzoni, portando di fatto alla nascita del museo".
Nel quartiere è molto attiva l’associazione Borgo Bello, che ha reso la zona vivace e inclusiva. "Quest’anno l’associazione festeggia i suoi 20 anni di attività - anticipa la vicepresidente Antonietta Alonge - e vuole farlo con molteplici iniziative che si inseriscano nel solco di quello che da sempre è stato il suo impegno sociale e di miglioramento della qualità della vita di residenti e operatori culturali e commerciali. Il filo rosso è l’associazionismo, che ci identifica come quartiere solidale e “aperto“: abbiamo già organizzato eventi di pace e fratellanza. L’obiettivo è che Borgo Bello sia riconosciuto come il “Quartiere della Pace“, per questo è in cantiere un Festival su questi temi. Poi è pronta la Mezzanotte Bianca di apertura del Festival Internazionale di Danza ed eventi collegati all’ Umbria che Spacca".
Di recente, un convegno promosso dall’associazione sportiva dilettantistica Francesco nei sentieri, con il presidente Cesare Galletti, ha acceso i riflettori sul valore e sul ruolo del “primo giardino della città: il Frontone. "E’un bene identitario per la nostra città – ha dichiarato l’assessore David Grohmann –. Proprio davanti al cancello d’ingresso c’è il monumento ai caduti del 20 giugno 1859, probabilmente l’evento storico che maggiormente unisce i cittadini di Perugia. Questo luogo, insieme all’orto medioevale, ha un’importanza particolare e speciale".
Silvia Angelici