ALESSANDRO ORFEI
Cronaca

Quintana, altra edizione da record. Boom di visitatori e tanti ospiti. Il grande spettacolo al rush finale

Passione, emozioni e aggregazione: dieci le taverne e molti eventi organizzati dall’Ente e dai Rioni. La città si trasforma in capitale del Barocco. Il drappo è stato realizzato da Roberto De Pinto.

Quintana, altra edizione da record. Boom di visitatori e tanti ospiti. Il grande spettacolo al rush finale

Fine settimana tutto da vivere: Foligno presa d’assalto da migliaia di visitatori

La Quintana di Foligno entra nel vivo. Weekend ad alta intensità quintanara per la capitale del Barocco, da 15 giorni presa d’assalto da migliaia di visitatori in tutte e dieci le taverne e nelle tante occasioni organizzate dall’Ente e dai Rioni stessi, a cominciare dagli eventi culturali, collaterali all’appuntamento cavalleresco. Sempre affollati e interessanti, per esempio, gli appuntamenti culturali. Così come si è confermato un momento fondamentale il premio giornalistico nazionale ‘Dodici giornali sottobraccio’, dedicato alla memoria di Ariodante Picuti e quest’anno assegnato al direttore de Il Foglio, Claudio Cerasa. Ultima battaglia tra i Rioni, dunque, per la conquista del Palio. Il drappo, in questa edizione, è stato realizzato da Roberto De Pinto. Di origini pugliesi, Roberto nasce a Molfetta nel 1996 e si trasferisce a Milano per studiare a Brera, dove si diploma nel 2021. All’accademia sviluppa uno stile personale basato soprattutto sull’utilizzo dell’encausto, ovvero cera mescolata a pigmenti, una tecnica pittorica molto antica e utile nella resa della pelle e dell’incarnato. I soggetti dei suoi dipinti sono quasi sempre figure in cui è possibile riconoscere multipli alter ego dell’artista stesso, spesso accompagnati da fiori, elementi vegetali, libri e oggetti presi dalla sua vita quotidiana. Per la Giostra della Quintana di Foligno de Pinto ha scelto di concentrarsi sulla statua del dio Marte, protagonista della Giostra, circondandolo di piccoli petali del colore degli anelli della storica manifestazione. Una scelta dettata dalla coincidenza di sembianze della statua della divinità con le figure solitamente ritratte dall’artista. Il drappo diventa in tal modo un ritratto di un elemento inanimato ma sul quale un’intera comunità, riunita attraverso le proprie tradizioni, ha proiettato negli anni emozioni, desideri, paure, gioie e delusioni, rendendolo un personaggio quasi dotato di una propria psicologia da indagare con l’arte, protagonista di una storia popolare in grado di crescere di anno in anno.