Rachid è cittadino italiano "Grazie a tutti i tifernati"

È arrivato dal Nord Africa nei primi anni 2000 e non se n’è più andato "Io e la mia famiglia ci siamo felicemente inseriti qui". L’incontro col sindaco

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Si chiama Rachid, è arrivato a Città di Castello negli anni 2000 e non se n’è più andato: lavora come artigiano, è sposato e ha quattro figli che studiano nelle scuole locali.

Ora dopo tanti anni ha ricevuto la cittadinanza italiana ed ha incontrato il sindaco "per dire grazie alla comunità tifernate dove io e la mia famiglia ci siamo felicemente inseriti".

Storie di vita e di integrazione in questa estate tifernate giungono da uno dei tanti immigrati che ha ottenuto, a margine dell’iter burocratico, la cittadinanza italiana.

"Qui io e la mia famiglia ci troviamo bene e voglio ringraziare tramite il sindaco la comunità che in questi anni ci ha accolto con affetto e reciproco rispetto consentendoci di far crescere e studiare i nostri quattro figli che si sono perfettamente integrati nel contesto sociale". Rachid Chouireb oggi è un esperto artigiano nel settore edile (si occupa di tinteggiatura, posa in opera di vetri e altro), coniugato, è padre di quattro figli e vive nel territorio del comune di Città di Castello dove era arrivato dal Nord Africa in cerca di lavoro. Oggi, dopo venti anni, ha raggiunto il traguardo di vita che si era prefissato sin dal suo arrivo in Italia. Il sindaco Luca Secondi nel corso del cordiale incontro nella residenza municipale lo ha ringraziato per le belle parole e considerazioni che ha speso per la comunità tifernate, l’accoglienza riservata e i giudizi positivi anche nei confronti della macchina comunale con cui spesso ha interagito per i servizi di varia natura a diretto contatto con i cittadini. "Un esempio di integrazione sociale davvero commovente che ci rende orgogliosi come comunità locale da sempre accogliente con tutti. Grazie Rachid", ha aggiunto Secondi.

In Altotevere nei mesi scorsi era balzata alla cronaca anche la storia di Danylo, un ragazzo di Umbertide con la sindrome di Down che, arrivato in Italia dall’Ucraina quando aveva solo 9 anni, aveva sempre desiderato diventare cittadino italiano.

Nelle maglie dell’iter burocratico, dopo anni di attesa, il ragazzo aveva scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si era personalmente adoperato per accelerare il percorso. A marzo anche per Danylo era arrivata la cittadinanza firmata davanti al sindaco Luca Carizia.