REDAZIONE UMBRIA

Ragazzi morti a Terni: serata in giro, poi il metadone, "Gliel'ho venduto, sono distrutto"

La ricostruzione della notte maledetta: confessa il quarantenne tossicodipendente fermato dai carabinieri

Le due vittime e un carabiniere nella casa di uno dei due ragazzi

Le due vittime e un carabiniere nella casa di uno dei due ragazzi

Terni, 8 luglio 2020 - La serata al campetto nel quartiere di San Valentino. Una serata come tante nei primi di luglio già così caldi. E' durante questa serata che si consuma la tragedia di Gianluca Alonzi e Flavio Presuttari, quindici e sedici anni, ragazzi come tanti che in una notte di luglio trovano la morte. Spirano nel sonno, ognuno a casa sua, in un destino tragico.

Lutto cittadino

Sarà lutto cittadino a Terni il giorno dei funerali (non ancora fissati) dei due ragazzi. Lo ha proclamato il sindaco Leonardo Latini «interpretando il comune sentimento di dolore della cittadinanza». Le bandiere del Comune di Terni saranno quindi a mezz'asta, mentre il gonfalone sarà presente al rito funebre. Sarà poi osservato un minuto di raccoglimento negli uffici comunali e il sindaco ha invitato ad estenderlo a tutte le attività cittadine. «Il lutto, oltre ad esprimere la vicinanza della comunità locale alle famiglie colpite da una tragedia così grande - ha sottolineato Latini - spero serva a tutti a comprendere la gravità di queste morti assurde, a capire che ognuno di noi condivide una parte di responsabilità non solo per la tragedia accaduta, ma soprattutto rispetto a quel che si può fare per cambiare la situazione che ha contribuito a causarla». 

Cosa hanno assunto

Hanno assunto delle sostanze, sostanze che hanno minato il loro fisico, pur essendo due ragazzi in salute, senza particolari problemi. Questo sembra ormai assodato nelle indagini condotte dai carabinieri di Terni. E nella ricostruzione di quella serata al campetto un ruolo potrebbe averlo un 41enne, un tossicodipendente che ai due ragazzi ha venduto del metadone che era in suo possesso.

"Sì, gli ho dato io il metadone"

"Sì, gli ho venduto io il metadone e sono distrutto", ha ammesso l'uomo fermato. Si tratta del metadone che viene fornito comunemente al Sert ai tossicodipendenti, come afferma Massimo Carignani, l'avvocato dell'uomo. Il legale ha incontrato il suo assistito, che si trova in carcere a Terni. L'uomo avrebbe incontrato i ragazzi tra le 21 e le 21.30 di lunedì 6 luglio. Per il legale ogni altra valutazione sulle indagini dovrà essere fatta «solo dopo una perizia tossicologica», che dovrà chiarire cosa ha provocato la morte dei due ragazzi.

Boccetta venduta per pochi euro

Quella boccetta sarebbe stata venduta per pochi euro. I ragazzi avrebbero bevuto il liquido, in una ricostruzione che ha ancora diverse tessere da mettere a posto. Metadone e codeina dovrebbero essere le due sostanze, anche se solo gli esami tossicologici e l'autopsia chiariranno definitivamente cosa è stato assunto dai due giovanissimi. 

La convalida del fermo

Il 41enne è di Terni, ha qualche piccolo precedente. Nella sua casa, dopo la perquisizione dei carabinieri, è stata sequestrata una boccetta che conterrebbe la sostanza incriminata. Nella mattina di giovedì, davanti al giudice Barbara Di Giovannantonio, è prevista l'udienza di convalida del fermo.

Primo malore al campetto

Al campetto i due ragazzi avrebbero avuto un primo malore e sarebbero stati accompagnati nelle loro case dagli amici. Al mattino i rispettivi genitori fanno la tragica scoperta. "C'è una responsabilità collettiva, abbiamo sbagliato tutti", dice il procuratore di Terni in conferenza stampa chiamando in causa la società tutta. Terni intanto è una città sotto choc. Le famiglie, i genitori, le istituzioni si interrogano su una tragedia che segna inevitabilmente la collettività.

"Dai giovani aiuto decisivo per risolvere il caso"

"I giovani non vogliono mentire e hanno coraggio, sono loro la chiave di volta di questo caso, ci hanno guidato per mano: non hanno indicato il responsabile ma fornito elementi chiari a costruire il puzzle mentre le ore passavano, poche francamente, perché il caso lo abbiamo risolto ieri sera intorno alle 20,30". Lo dice il procuratore di Terni parlando delle indagini. "Chiaramente, il lavoro più grosso l'hanno fatto i carabinieri, noi abbiamo pesato la conformità del materiale indiziario raccolto che ci è sembrato coerente e lo abbiamo consegnato con un fermo del pubblico ministero, cofirmato da me, al Gip. Riteniamo che la fase della gravità indiziaria sia ben strutturata e corredata dagli elementi raccolti nell'immediatezza".

"Tragedie che non devono accadere di nuovo"

"Come dichiarato oggi dal procuratore della Repubblica di Terni Alberto Liguori, tutti noi abbiamo una responsabilità sui giovani. Se avvengono queste tragedie significa che qualcosa è stato sbagliato, che abbiamo fallito nel non parlare attentamente con i ragazzi e che, noi tutti, non siamo riusciti a trasmettergli la percezione dei rischi che corrono con l'assunzione di droga". Così all'Adnkronos il tenente colonnello Stefano Verlengia, a capo del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Terni. "Il procuratore - prosegue - si è dimostrato molto sensibile alla questione. Si tratta di temi sociali delicati e tutti noi ci sentiamo colpiti ed esprimiamo massima vicinanza alle famiglie dei due giovani. Due vite strappate via troppo presto. Le responsabilità sono collettive, ormai per loro è troppo tardi. Non si può tornare indietro, ma dobbiamo combattere affinché certe tragedie non capitino più. Abbiamo il dovere di farlo".