Terni, 9 luglio 2020 - La morte si può comprare a buon mercato, ma anche se la paghi poco, quindici euro nel caso di Gianluca e Flavio, i due adolescenti morti nel sonno ieri l’altro, ti chiede comunque il prezzo più alto, la vita. Con quindici miseri euro, praticamente la ’paghetta’, Flavio Presuttari, 16 anni, e Gianluca Alonzi, 15, hanno comprato da Aldo Romboli (il 41enne finito in carcere con l’accusa di ’mort ei conseguenza di altro reato’) il ’veleno’ che - forse da solo, forse in associazione con altra sostanze - li ha uccisi nel sonno, nella notte tra lunedì e martedì.
La dirigente del Dipartimento delle dipendenze della Usl 2 (Ser.D.), la dottoressa Sonia Biscontini, traccia un quadro allarmante della situazione: «Sono in aumento le famiglie di adolescenti che si rivolgono a noi con problamatiche composite, legate spesso all’assunzione combinata di alcolici, droghe di vario genere, comprese le sintetiche, farmaci, ma anche con altre dipendenze gravi come quelle da Internet e videogiochi: è questo l’exploit allarmante degli ultimi mesi anche nel Ternano. Riceviamo segnalazioni di ragazzini, persino tredicenni, che si barricano in camera e non escono neppure per mangiare, che la mattina non vanno a scuola perchè sono stati tutta la notte al computer. Quanto alle droghe si sono rivolte a noi famiglie con figli adolescenti per assunzioni di cannabis e cocaina, magari associate a problemi di alcol. Anche tra gli adolescenti il tasso di poliassuntori è alto. Come Asl 2 noi abbiamo a Terni e a Foligno un progetto che si chiama ’Giovani 2.0’, per ragazzi da 12 a 24 anni, per forme di dipendenza che implicano anche problemi relazionali o disagi collaterali e devo dire che in questi ultimi mesi abbiamo avuto molti contatti. Si tratta di progetti, è impotante sottolinearlo, che devono prevedere anche il coinvolgimento delle famiglie, perchè questi percorsi di recupero non si possono fare delegando in toto ai servizi».
Non meno preoccupato Giampaolo Nicolasi, coordinatore della Comunità Incontro di Molino Silla: «C’è un livello di responsabilità sociale in queste tragedie – dice – che noi tutti dobbiamo cercare. Spesso assistiamo a situazioni di degrado sociale in cui i ragazzi vengono lasciati a se stessi, o prendono familiarità con sostanze droganti che imparano a conoscere anche nella rete, che è una fonte di informazioni anche in questo campo. Su Internet si può trovare ogni titpo di nozione anche per utilizzare farmaci ’mixati’, che nascono come cura per specifiche patologie ma possono diventare altro. Dal nostro angolo di osservazione quello che notiamo è che mentre prima si cercava lo sballo, con sostanze eccitanti o allucinogene, adesso si cerca lo stordimento: i ragazzi assumono sostanze associate e poi magari non ricordano più nulla. Se ci guardiamo intorno è tutto il sistema educativo che è venuto a mancare. Anche nelle nostre strutture sono raddoppiati i colloqui con le fasce adolescenziali. E c’è il problema delle droghe sintetiche, dell’isolamento, ci sono ragazzini che non sanno più comunicare se non con l’aiuto di sostanze».