Ragazzi, uscirne si può. Le possibili soluzioni

Il gioco d'azzardo coinvolge il 42% degli adolescenti italiani, con gravi conseguenze psicofisiche e sociali. La dipendenza porta a comportamenti estremi e richiede apertura e dialogo per essere affrontata.

Ragazzi, uscirne si può. Le possibili soluzioni

Ragazzi, uscirne si può. Le possibili soluzioni

Gli adolescenti italiani dediti al gioco d’azzardo sono circa il 42% (dati dell’Osservatorio del Gioco d’Azzardo): il 5% è un frequent player (almeno 1 volta a settimana), l’1% gioca con frequenza giornaliera. Si spendono circa 5 euro ma si arriva a molto di più per recuperare i soldi perduti. Si gioca per curiosità o noia, divertimento, per condizionamento da parte di amici o familiari che giocano regolarmente; ma c’è chi lo fa per bisogno di soldi, in conseguenza di un evento traumatico (come una violenza), per depressione, ansia, delusioni o fuga da problemi quotidiani. I sintomi principali, individuati anche grazie al Centro torinese di Solidarietà, sono di tipo psichico (costante nervosismo, ansia, irritabilità), fisico (insonnia, tremori, palpitazioni), sociale (difficoltà a relazionarsi, isolamento, mentire frequentemente). Le conseguenze: un ragazzo ex ludopatico, arrivato a spendere al mese anche 3.000 euro, ha commesso piccoli atti di criminalità per procurarsi i soldi, avuto problemi cardiaci, sperimentato incapacità di gestire il proprio tempo e perdita della libertà di pensiero. Da interviste di Avvenire.it, un giovane dipendente ha confessato che, per procurarsi il denaro, ha rubato e venduto le collane della madre e ha chiesto prestiti; un altro, invece, si è venduto persino i vestiti: “Ormai non riesco più a staccarmi!”. Come risolvere? Apertura e dialogo, anche a costo di fatica e umiliazione: il primo passo.