Perugia, 6 ottobre 2024 – Si cercano nei filmati delle telecamere di videosorveglianza del Comune e di quelle interne della gioielleria Biagini elementi utili per individuare i rapinatori che ieri, intorno a mezzogiorno, hanno rapinato la gioielleria in pien iocentro a Perugia, fuggendo con un ricco bottino di orologi e gioielli. Alcune decine di migliaia di euro, secondo una prima stima. Rapinatori che, secondo quanto raccontato dal titolare e dai dipendenti che se li sono trovati davanti, si sono finti dei clienti. In due hanno chiesto di poter vedere un orologio, poi quando i clienti finti sono diventati tre, sono spuntate le pistole. Ai due, infatti, si è aggiunto un terzo, entrato anche lui come un cliente qualsiasi. Poi una volta ricomposto il gruppo, i tre hanno tirato fuori le armi e invitato i presenti a farsi da parte.
Dopo aver messo insieme quanto più potevano, se ne sono andati come sono arrivati dalla gioielleria di via Calderini. A piedi, per le vie del centro storico, probabilmente fino a raggiungere un’auto che li attendeva e con la quale hanno potuto lasciare il centro rapidamente. L’azione è durata pochi, interminabili, minuti. A quanto si apprende, nella gioielleria, al momento del colpo, c’erano solo titolare e dipendenti, una cliente era uscita solo poco prima. “Sono stati attimi di grande paura”, commenta una commessa della gioielleria, ancora sotto choc. Probabilmente, i rapinatori hanno aspettato proprio di avere l’esercizio commerciale vuoto così da avere meno persone da tenere sotto controllo, ma anche limitare ulteriormente le variabili che avrebbero potuto mettere a rischio il colpo. I malviventi si sono presentati uno in giacca e cravatta, l’altro con una coppola. Ma tutti a viso scoperto. Insospettabili, che parlavano perfettamente italiano inflessioni dialettali.
Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Perugia. Agli esperti della scientifica il compito di cercare eventuali tracce lasciate dai tre, presumibilmente dei professionisti che potrebbero aver studiato a lungo la rapina, magari effettuando anche dei sopralluoghi nei giorni precedenti. Come spesso succede, ma saranno le indagini a chiarirlo, potrebbe trattarsi di una batteria arrivata da fuori regione, pronta a colpire e poi scomparire a centinaia di chilometri, lasciandosi Perugia alle spalle con la quattro corsie prima ancora che il dispositivo antirapina potesse essere messo in atto.