LUCA FIORUCCI
Cronaca

"Minacciato di morte, ho denunciato gli haters"

Il racconto del rapper umbro Simone Bacci: "Un attacco gratuito, violento e inaccettabile. È stato passato il segno, sono andato dai carabinieri"

Simone Bacci

Perugia, 4 giugno 2022 - Simone Bacci ha il corpo minuto e le spalle larghe di chi, a 23 anni, ne ha viste tante e se ne è sentite dire o, meglio, ne ha lette, altrettante. Le spalle larghe di chi ha affrontato, nonostante la giovane età, diversi ostacoli. Disturbi alimentari, depressione, problemi in famiglia. A fare grandi le sue spalle lo ha aiutato la musica. Prima da ascoltatore, poi da cantante. Il rap per raccontare e raccontarsi, in un certo senso per curarsi o aiutare a farlo. "Sono stato fortunato, ho trovato la musica che è stata fondamentale" racconta, ricordando la sua passione per Emis Killa: "Nelle sue canzoni ho trovato molta forza, un appiglio, mi ha aiutato davvero". Poi Emis Killa lo ha anche conosciuto, da fan, ovviamente, ma anche da "collega", visto che Simone ha iniziato a scrivere e cantare, a mettere in musica i suoi mostri e la sua voglia di riscatto. Simone, piano piano, ha iniziato a diventare a suo modo un nome nel panorama dell’hip hop. Su YouTube i suoi video, su Instagram clip e foto per soddisfare la curiosità di 114mila follower. Un piccolo esercito di seguaci nei quali si nascondevano anche degli hater, degli odiatori per sport, che a Simone, anche senza conoscerlo, hanno cominciato a insultarlo.

"Mi sono iscritto in una community su Facebook, pensavo si parlasse di rap. Ho scoperto, mio malgrado, che, invece, uno dei passatempi di alcuni iscritti, fosse insultarmi. Anche senza conoscermi, anche senza che ci fosse stata una ragione scatenante, uno scontro, magari una discussione, che ne so, sui gusti, sui propri idoli, sulle mie canzoni" racconta Simone che vive a Gualdo Cattaneo e che, quando c’è da mettere in musica le sue parole si sposta a Roma. "Dai commenti sui contenuti che pubblicavo sul mio profilo avevo capito che non a tutti potevo piacere. Ma una critica io la capisco, non lo discuto. Qui siamo andati oltre".

Perché Simone continua ad assistere a questi attacchi frontali e senza senso, scopre che collegata al gruppo social, c’è una chat "dove sono entrato anche diciamo in modo anonimo per scoprire che alla fine l’oggetto di discussione ero io, anzi che il tema centrale era insultarmi. Ma perché? Che ho fatto a questa gente?". Simone si interroga e non trova risposta, gli insulti continuano e arrivano anche oltre . Arrivano le minacce: "Mi ritrovo questo messaggio da un ragazzo, forse poco più piccolo di me, che mi augura la morte. Anzi che senza troppi complimenti, mi dice che mi vuole ammazzare. Io non lo conosco, non ci ho mai parlato. Se non dopo questo messaggio, un attacco gratuito, violento. Inaccettabile". Simone ha le spalle larghe, incassa, ma decide che non può lasciar correre. "Questo messaggio in particolare, tra i tanti insulti gratuiti che mi sono stati indirizzati, ha passato il segno". E la sua reazione è stata la sola possibile, quella giusta. "Sono andato dai carabinieri a sporgere denuncia. Ho denunciato questo ragazzo, che altro dovevo fare? Mi ha contattato, dicendomi che scherzava, che era un gioco, che ha scritto tanto per. Ma tanto per, cosa?".

"Non lo nascondo che quelle parole mi hanno ferito, preoccupato, mi hanno colpito. E poi penso: io ho le spalle larghe, alla fine me questi insulti me li faccio scivolare addosso. Ma non tutti reagiscono allo stesso modo. Per qualcuno una cosa del genere può essere letale. E allora sì che denuncio e denuncerei ancora. Non c’è niente da sottovalutare, non c’è niente da liquidare come uno scherzo. Gli scherzi sono altri". Simone Bacci e le sue spalle larghe vanno per la loro strada, fatta di musica e parole. E un giorno chissà?