REDAZIONE UMBRIA

"Razzismo in campo, adesso basta"

L’episodio nella Prima categoria di calcio. La Polisportiva Artiglio Pistrino: "Nel mirino un nostro giocatore"

Forse un’entrata un po’ troppo dura o un dribbling riuscito a metà, fatto sta che durante un match di Prima categoria umbra sarebbero volate parole forti e non solo. A scendere in campo, domenica scorsa, sono stati i giocatori della Polisportiva Artiglio Pistrino e quelli della Padule San Marco, società eugubina: teatro dello scontro lo stadio comunale "Carlo Alberto Dalla Chiesa". Alla fine dei novanta minuti è stato il Padule San Marco a vincere, uno a zero, con un gol al venticinquesimo del primo tempo. Ma la partita è stata caratterizzata da una brutta circostanza, come raccontano i dirigenti altotiberini, direttamente dalla pagina facebook della società.

"Ci teniamo a segnalare uno spiacevole episodio di razzismo in campo ai danni di un nostro giocatore, da parte di un tesserato in campo del Padule San Marco – hanno scritto - scuse attese ma mai arrivate nonostante tutti i suoi compagni di squadra e dirigenti si sono prontamente dissociati da tali episodi ingiustificati e da condannare. I nostri complimenti al Padule San Marco che per meriti di campo chiude il girone di andata in prima posizione, ma aldilà del calcio e aldilà della competizione episodi come quello di ieri ci convincono ancora di più che certi personaggi non dovrebbero varcare il cancello di nessun impianto sportivo". Secondo alcuni dirigenti della Polisportiva Artiglio Pistrino, l’arbitro non avrebbe sentito nulla di quanto accaduto e per questo motivo, nulla viene scritto nel referto arbitrale. Per gli altotiberini, però, ci sarebbe stato un insulto ad "un nostro giocatore per il colore della sua pelle" a cui loro non vogliono "ancora passare sopra", come hanno ribadito anche con una lettera inviata. Se da una parte, però i dirigenti dell’Artiglio Pistrino evidenziano la "fermezza sia dei dirigenti che gli altri calciatori del Padule San Marco, che hanno prontamente preso le distanze dalle parole del proprio tesserato, e per questo gli rendiamo merito", dall’altra ricordano che "a volte possono saltar fuori frasi sopra le righe, per questo ci saremmo aspettati a fine gara almeno delle scuse dal tesserato in questione che per primo dovrebbe essere un esempio per i giovani, per i propri calciatori e compagni e per la squadra che lo manda in campo".

Una domenica che lascia l’amaro in bocca ai vertici della società sportiva altotiberina e non solo, visto che si riservano "il diritto di prendere qualsiasi provvedimento possa essere necessario per poter tutelare il nostro giocatore vittima di razzismo e per far sì che ciò non accada mai più".

Carlo Stocchi