di Alessandro Orfei
Una pergamena scritta a mano da Papa Paolo VI è stata rintracciata online, in vendita, sequestrata e restituita al Convento di San Francesco d’Assisi di Foligno, del quale il bene culturale era proprietario. Nei giorni scorsi la restituzione ufficiale da parte dei carabinieri del Nucleo per la tutela del Patrimonio culturale (Tpc) di Perugia, nelle mani del ministro provinciale dell’Ordine dei Frati minori conventuali, padre Francesco Lenti. Si tratta di un ‘breve pontificio’ vergato a mano, ovvero un atto firmato dal Papa per la trattazione di affari minori. Particolare anche la pergamena e il sigillo in ceralacca rosso, riproducente il calco impresso dall’Anello del Pescatore.
Il documento (20 x 42 centimetri) aveva come destinatario Padre Michelangelo Rossi, dell’Ordine dei Frati Minori conventuali di San Francesco. Lo scritto termina con la formula: "Sub anulo piscatoris", da ciò è stato possibile desumere e confermare la sua chiara e inequivocabile appartenenza ecclesiastica e, di conseguenza, la sottoposizione ex lege a tutela quale bene culturale inalienabile. La pergamena è stata individuata dai carabinieri, in vendita in un sito di commercio online. Per identificarla sono bastate le foto pubblicate. Essendo appartenente al fondo archivistico dell’Ente religioso e, di conseguenza, su disposizione dell’autorità giudiziaria forlivese titolare dell’indagine, è stata sequestrata con provvedimento notificato al privato inserzionista, residente nella provincia di Forli-Cesena il quale, per giustificarne il possesso, ha detto di averla a sua volta acquistata attraverso una vendita on-line, ma di non ricordare esattamente quando e da chi.
Non essendo quindi stato possibile, da parte dell’appassionato collezionista, presentare a sua discolpa una valida giustificazione che provasse il lecito possesso del documento manoscritto, che per sua natura non avrebbe dovuto trovarsi nella disponibilità di un privato, nei suoi confronti è scattata la denuncia per il reato di ricettazione di bene culturale, sanzionata dal nuovo e specifico articolo di legge (518 quater), introdotto di recente nel Codice penale in seguito alla revisione di alcune tipologie di reato in danno, per l’appunto, di beni appartenenti al patrimonio storico artistico. Il valore è stato quantificato in qualche centinaio di euro. Importante invece il valore storico documentale, che prescinde da quello economico.