REDAZIONE UMBRIA

Reddito di cittadinanza, a Perugia meno domande che a Terni

La percentuale è inferiore nel capoluogo regionale: 1,2% contro 1,6%. A Foligno quota 1,4%

Inps

Perugia, 6 agosto 2019 – Sono 2.009 le domande presentate a Perugia per il reddito di cittadinanza, molte di più in proporzione alla popolazione sono invece quelle di Terni che ammontano a 1.836. Qui infatti sono l’1,6% del totale della popolazione, contro l’1,2 del capoluogo regionale. Anche Foligno supera in percentuale Perugia con l’1,4 e 855 richieste. Questo almeno per ciò che concerne le città con più di 15mila abitanti. A Umbertide le domande al 31 luglio erano 125, 130 a Magione, 187 a Marsciano, 232 a Gualdo, 202 a Gubbio. Ad Assisi sono state 279, a Bastia 212 e a Corciano 143. Due quelle inoltrate a Lisciano Niccone e 3 a Vallo di Nera. Quanto alla provincia di Terni sono 150 a Narni, 161 a Orvieto, 113 ad Amelia e una soltanto a Polino.

Anche in Umbria comunque i numeri – come nel resto del Paese – sono al di sotto delle previsioni. Secondo Mauro Casavecchia ed Elisabetta Tondini di Agenzia Umbria Ricerche, il basso numero delle richieste del ‘Cuore verde’ potrebbe essere dettato intanto dal fatto che «in Umbria opera tradizionalmente una consolidata rete di sostegno familiare che, irrobustendo il sistema di welfare regionale, attutisce il problema dell’indigenza».

Poi ci sono «l’alta presenza di stranieri e l’ampia diffusione di famiglie numerose. L’Umbria infatti – spiegano – figura tra le prime regioni per incidenza di immigrati residenti (11,1 per cento contro 8,7 nazionale), una categoria sociale particolarmente colpita dal disagio economico. Tuttavia, visto che la possibilità di accedere al reddito di cittadinanza è preclusa a chi risiede in Italia da meno di 10 anni, verosimilmente una cospicua fetta di popolazione in condizioni di indigenza resta esclusa dal beneficio». Quanto alle famiglie, quelle con più di cinque componenti, ad esempio, pesano per il 5,3 per cento in Umbria contro il 4,4 nel Nord. Seppure dunque la povertà sia segnatamente più diffusa tra le famiglie numerose – concludono – , sono proprio queste ad essere sfavorite nell’accesso al reddito di cittadinanza, in virtù di un sistema di scale di equivalenza che le penalizza».