Qualcuno si era “scordato“ di essere il proprietario di un immobile oppure di alcuni dei componenti della sua famiglia. C’era chi aveva dichiarato un falso luogo di residenza o di essere sottoposto a misure cautelari. Chi, tra i richiedenti stranieri, aveva dichiarato di vivere in Italia da almeno 10 anni quando non era vero. E, ancora, chi lavorava in nero. Nonostante questo, aveva chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza. Oltre cinque milioni finiti nelle tasche di chi non ne aveva diritto, 955 le denunce dei carabinieri del comando interregionale Pogdora e dagli Ispettorati del lavoro di Umbria, Marche, Toscana, Sardegna, Lazio nelle cinque regioni. Tra i denunciati ci sono 584 soggetti già noti alle forze dell’ordine e 472 stranieri.
Sono 29 le denunce che riguardano residenti in Umbria, per sostegni non dovuti erogati pari a 178.075 euro. Controllate 554 posizioni di cui circa il 5% è risultato non essere in regola, un valore inferiore rispetto al dato generale dove i presunti illeciti rappresentano il 10% degli accertamenti eseguiti. Nel Lazio, per esempio, su 2.504 persone controllate ne sono state denunciate 543 per 3.116.522 euro indebitamente percepiti; in Toscana, su 1.810 persone controllate 153 sono risultate prive dei requisiti previsti per 636.998 euro. Nelle Marche, 67 denunce su 1.447 per 450.075 euro, mentre in Sardegna sono risultate illecite le richieste di 163 persone su 3.260 verificate. Le indagini, sottolinea l’Arma, sono state portate avanti grazie alla stretta collaborazione con l’Inps che ora potrà avviare le procedure per recuperare le somme erogate.