MICHELE NUCCI
Cronaca

Regione, altre spese irregolari. “I consiglieri facevano propaganda con il denaro dei cittadini”

Partito democratico, Forza Italia e Gruppo Misto (Donatella Porzi) dovranno restituire 30mila euro nelle casse dell’Assemblea legislativa. “Con i fondi pubblici solo comunicazione istituzionale”

La popaganda politica sotto la lente della Corte dei Conti

La popaganda politica sotto la lente della Corte dei Conti

Perugia, 12 marzo 2025 – Propaganda politica per i propri partiti invece della comunicazione istituzionale che spetta ai gruppi consiliari. E’ con questa motivazione di fondo che, dopo la Lega, la Sezione controllo della Corte dei Conti dell’Umbria presieduta da Antonello Colosimo, ha ‘condannato’ alcuni gruppi consiliari della Regione alla restituzione di denaro pubblico che è stato speso in maniera irregolare. Nel mirino per l’attività del 2024 il Gruppo Misto e nella fattispecie la consigliera Donatella Porzi di Azione; e poi anche Forza Italia e il Partito democratico.

Tutti in periodo di campagna elettorale hanno assunto professionisti della comunicazione o giornalisti che secondo la Corte dei Conti però hanno svolto la propria attività – su indicazione dei consiglieri – non per comunicazioni istituzionali, ma per la campagna elettorale violando addirittura in taluni casi, anche le regole della par condicio. Così Colosimo è molto netto nei confronti del gruppo della Porzi: “Si rileva – scrive il presidente – come non vi sia sempre un riferimento ad attività espletate nell’interesse del Gruppo consiliare o per le iniziative del Gruppo o del consigliere Porzi riconducibili ad attribuzioni dell’Assemblea legislativa”. E poi: “Risultano comunicati che danno atto della partecipazione della consigliera a sostegno di candidati ad elezioni senza che sia esplicitato il collegamento alle attribuzioni proprie del consigliere nella sua qualità”. Per queste e altre motivazioni il rendiconto 2024 è stato giudicato irregolare e dovranno essere restituiti nelle casse di Palazzo Cesaroni 6.852 euro che è il costo del contratto della professionista pagata irregolarmente con denaro pubblico.

Stessa sorte per un parte dell’attività svolta dal Partito democratico che a giugno dell’anno scorso ha assunto per alcuni mesi quattro consulenti per la “gestione, implementazionee monitoraggio di canali social” di altrettanti consiglieri regionali. In tutti questi casi, sostiene Colosimo, “non è stato fornito completo riscontro alla riconducibilità, in via esclusiva al Gruppo, tenuto conto, che la comunicazione attuata deve contenere adeguati riferimenti al Gruppo consiliare così da consentire di distinguere tale attività da quella posta in essere dalla corrispondente compagine politica alla quale il Gruppo appare riferirsi. Ne discende l’integrale irregolarità dela spesa, connessa al contratto di prestazione” e per questo l’obbligo di restituire 6.100 euro.

Più importante la cifra che dovrà restituire Forza Italia che è infatti pari a 16.123,50 euro. In questo caso infatti, oltre alla comunicazione impropria fatta per conto del partito invece che dell’attività istituzionale del Gruppo, viene contestata “l’aggravante” del mancato rispetto della par condicio. “La norma - spiega Colosimo - vieta al gruppo consiliare di svolgere qualsiasi attività di comunicazione politica e istituzionale nel periodo ‘sensibile’ utilizzando contributi erogati dall’Assemblea legislativa”. Da qui l’irregolarità dei pagamenti di professionisti e di una società con l’aggravante di alcune fatture ‘sospette’. “In ragione delle rilevate incongruenze temporali non è provata con certezza l’anteriorità delle autorizzazioni rispetto alla relativa spesa” e quindi all’emissione delle fatture conseguenti.