Dopo lo stop in estate e l’interpellanza in Consiglio comunale dal consigliere Riccardo Ciliegi, sono ripartiti i lavori in via Fabiani. Grazie all’innesto di una delle squadre che stava lavorando alla ripavimentazione di piazza 40 Martiri sono potute ricominciare le operazioni anche nella traversa di corso Garibaldi che ospita la taverna dei Santantoniari, in cui verranno effettuati degli interventi per evitare infiltrazioni d’acqua; la via dovrebbe essere riaperta alla normale circolazione intorno alla fine di novembre. Proprio questo tipo di lavori ha reso necessario arrivare anche in via Savelli, dove gli scavi hanno fatto riemergere alla vista una particolare pietra. Secondo testimonianze orali che si tramandano dall’inizio del secolo scorso di persone che abitavano e lavoravano in cima alla scalinata (Policarpo Gavirati, bisnonno del fotografo eugubino Franco Gavirati), proprio in quella zona si diceva fossero state ritrovate i resti della Lupa di Gubbio ammansita da San Francesco ("Vedi cocco, qui c’hanno trovato gli ossi del lupo"); con il tempo, purtroppo, della cassetta con le ossa della Lupa se ne sono perse le tracce. Lo conferma anche lo storico eugubino Fabrizio Cece: "La nicchia si vede già in una fotografia del 1941, secondo quanto risulta dalla documentazione disponibile le ossa del lupo furono rintracciate attorno al 1872-1873 in via del Glovo, sotto una pietra conservata nei sotterranei della chiesa dei Muratori. Le ossa andarono disperse, mentre il teschio lo prese un falegname che aveva una bottega in via Savelli. Un giorno, però, il figlio fece cadere il teschio che andò in tanti ’tricoli’, si legge in una pubblicazione, ovvero pezzettini. È sempre bene – conclude Cece – ricostruire questi fatti con testimonianze e pubblicazioni, anche tramite persone che se li ricordano per sentito dire, all’epoca bambini".
Federico Minelli