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Le armi oggetto dell’estorsione
"Rivuoi indietro i tuoi fucili? Pagami". Ha tentato un’estorsione ai danni del suocero al quale erano state rubate alcune armi, ma all’atto della consegna trova i carabinieri che lo arrestano. Una intricata vicenda che inizia con un furto ai danni di un familiare, prosegue con una tentata estorsione e finirà in tribunale è accaduta tra Cerbara e Selci nei giorni scorsi. I militari della Compagnia tifernate hanno arrestato, in flagranza di reato, un trentasettenne di origine campana, (già gravato dalla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale), responsabile di estorsione e ricettazione ai danni del suocero, un cinquantenne di Città di Castello. Quest’ultimo si era a sua volta rivolto ai carabinieri per denunciare il furto subito a gennaio nella sua abitazione dalla quale erano spariti una decina di fucili. Ma agli inizi del mese di febbraio il suocero era stato avvicinato dal compagno della figlia che, ponendosi come intermediario con gli autori del reato, gli ha chiesto qualche centinaio di euro in cambio della restituzione di uno dei fucili rubati. Raggiunto un accordo verbale si danno appuntamento, di notte, per la consegna, ma nel luogo si presentano anche i carabinieri che bloccano il genero con ancora i soldi in tasca e lo accompagnano in caserma per gli approfondimenti del caso. Il trentasettenne, messo alle strette, indica agli inquirenti il luogo dove era nascosta non soltanto l’arma oggetto dell’estorsione, ma anche sei dei dieci fucili rubati e stipati in un capanno a Selci. Ma non finisce qui. Nei pressi del nascondiglio i carabinieri trovavano anche una donna di 52 anni residente in zona che, non riuscendo a fornire risposte plausibili sulla sua presenza in quel luogo e a quell’ora della notte, è stata a sua volta accompagnata in caserma. Raccolti elementi fortemente indiziari a suo carico, la donna è stata denunciata per concorso nel reato di ricettazione.
A margine degli accertamenti i sei fucili sono stati sottoposti a sequestro in attesa della restituzione al proprietario, mentre il genero è stato arrestato in flagranza di reato per estorsione, ricettazione e violazione della misura della sorveglianza speciale che lo obbligava a stare nel comune di San Giustino. Il giudice del tribunale di Perugia ha quindi convalidato l’arresto disponendo gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Ma chi ha rubato le armi? E quale ruolo hanno avuto i protagonisti dell’estorsione nel furto? Tanti gli interrogativi attorno a questa vicenda per cui proseguono serrate le indagini da parte dei carabinieri per fare piena luce.