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Rogo alla Biondi Recuperi: "Processate i sei imputati"

È la richiesta del pubblico ministero nel corso dell’udienza preliminare. Le accuse: traffico illecito di rifiuti e violazione delle norme antincendio . .

Rogo alla Biondi Recuperi: "Processate i sei imputati"

La Procura della Repubblica ha chiesto che i sei imputati per il rogo alla Biondi Recuperi di Ponte San Giovanni siano processati. È la conclusione a cui è arrivata la pm Laura Reale nel corso dell’udienza preliminare che si è svolta ieri, contestando alle persone coinvolte di aver allestito attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di aver compiuto violazioni alle norme antincendio, ovvero, per tre di loro di "non avere manutenuto l’impianto antincendio, che difatti non si attivava immediatamente all’inizio dell’evento incendiario, e per aver collocato (un indagato, ndr) il trituratore mobile di rifiuti nei pressi dei cumuli di rifiuti stoccati presso l’impianto di via Bina, mezzo da cui scaturiva l’innesco dell’incendio a causa di un cortocircuito elettrico prodottosi nel caricabatteria del telecomando del predetto macchinario, nonché per colpa specifica consistita nella violazione delle prescrizioni contenute nell’Autorizzazione integrata ambientale".

Nell’incendio, verificatosi il 10 marzo 2019, andarono bruciate tonnellate di rifiuti, di cui circa 3.500, secondo le indagini, quelle stoccate oltre il limite autorizzato. Perché, sempre secondo quanto emerso dalle indagini condotte dopo l’incendio, a fronte di 1.800 tonnellate di rifiuti combustibili certificati, quelle realmente gestite sarebbero state oltre 5mila tra cui plastiche, copertoni, carta e cartoni, con un impianto antincendio, però, non adeguato ai quantitativi reali. A causa del rogo, per giorni, una importante fetta di Perugia rimase letteralmente con il fiato sospeso per giorni, in attesa di conoscere la natura della nube che da Ponte San Giovanni si estese fino a interessare Ponte Felcino, Ponte Valleceppi, Ponte Pattoli e Bosco.

Per disposizione del sindaco di Perugia, molte scuole rimasero chiuse e venne vietato il consumo di verdure coltivate nella zona, finché gli esiti degli esami sui valori dell’aria non consentirono di ritenere scongiurato qualsiasi rischio di intossicazione. Dopo le arringhe delle difese, gli avvocati Nicola Di Mario, Francesco Falcinelli, Michele Nannarone, Michele Bromuri, Lidia Braca e Gian Luca Pernazza, l’udienza è stata aggiornata al 27 ottobre per le controrepliche e la decisione del giudice per le udienze preliminari.

Luca Fiorucci