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La riunione. è durata 8 ore. La Cgil: «L’accordo lascia comunque l’amaro in bocca»
Otto ore di assemblea per un confronto difficile, ma che alla fine ha consentito di firmare l’accordo per i dipendenti della Sagemcom coinvolti nella vertenza che si era aperta a inizio 2025 con l’annuncio della chiusura e dei conseguenti licenziamenti. Purtroppo la chiusura del presidio tifernate della Sagemcom (stabilimento di Garavelle di Città di Castello) dove si producono contatori del gas, non è stata scongiurata. L’azienda (che fa capo a una multinazionale francese) fermerà questa sede nel mese di luglio 2025 e non più ad aprile come inizialmente annunciato, il posticipo consentirà di attivare una procedura di mobilità e di incentivi all’esodo calibrati sui lavoratori, anche in base all’anzianità di servizio.
L’accordo riguarda 37 dipendenti ed è stato raggiunto nel tardo pomeriggio di ieri dopo una lunga giornata di confronti cui hanno preso parte i rappresentanti interni dei lavoratori, di Fiom Cgil (unica sigla sindacale presente), rappresentanti di Sagemcom e di Confindustria. Una riunione fiume iniziata alle 10 e finita alle 18 per cercare di salvare il salvabile. L’intesa, approvata a maggioranza, è costruita in un sistema incentivante per accompagnare le maestranze verso la chiusura dell’azienda e la conseguente uscita con l’impegno di finanziare la formazione del personale, anche a fronte dell’interesse dimostrato da un altro gruppo, per la ricollocazione di parte di queste persone su base volontaria.
La Fiom Cgil era presente con Marco Bizzarri che parla di un accordo sofferto "che lascia comunque l’amaro in bocca: è un’altra azienda che se ne va dal territorio e il tessuto economico si impoverisce". I dettagli dell’intesa verranno diramati nella giornata odierna. La vertenza attorno alla Sagemcom si era aperta con l’anno nuovo quando venne annunciata la chiusura della sede di Città di Castello (tra l’altro i capannoni risultano in vendita da alcuni mesi). L’incontro di ieri era l’ultima carta possibile da giocare prima della scadenza della fase interlocutoria (fissata per il 21 febbraio). Anche le istituzioni, Comune e Regione, erano state informate di questa situazione che coinvolge il settore metalmeccanico, già piegato dalla difficile congiuntura dell’automotive. Sindaci e consiglieri regionali erano scesi sul piazzale della Sagemcom per lo sciopero indetto a fine gennaio, al fianco dei lavoratori.
Cristina Crisci