Perugia, 2 giugno 2022 - Ieri ha preso il via "Cerbara in Festa", a due passi da Città di Castello, organizzata dalla pro loco locale ed è iniziata pure la "Festa delle Rose" a Terni per dieci giorni, messa in campo dalla Parrocchia dell’Immacolata concezione. Il boom delle sagre di paese sarà dalla settimana prossima con il fiorire di rassegne molto conosciute come quella di San Fortunato della Collina (Sagra del piccione in carrozza e dello stinco) e di quella di Capodacqua di Assisi dedicata alla ciliegia.
Si riparte dunque: dopo due anni di stop, ricominciano anche le sagre e ad oggi nell’elenco regionale delle sagre le domande presentate sono ben 125: 14 ci sono già state, le altre sono in lista fino al 23 settembre. Attenzione però perché le domande vanno depositate nel comune di appartenenza 60 giorni prima dell’inizio: quindi ci sono ancora tutte quelle di agosto e settembre pronte a partire. "A nostro avviso alla fine della stagione gli eventi potrebbero essere circa 250" dice il presidente delle Unpli regionale, Franceasco Fiorelli"
Già, perché la stagione è ripartita ormai: il Covid fa sempre meno paura, l’organizzazione è diventata un po’ più snella rispetto all’anno scorso e la voglia di ripartire è tanta. "Anche se – rileva lo stesso Fiorelli – i giovani sembrano meno partecipi: a quanto ci risulta infatti c’è qualche problema con il volontariato, soprattutto da parte dei ragazzi, che da sempre rappresentano una fetta importante dei collaboratori di questi eventi". Che abbia lasciato il segno la pandemia la poca voglia di uscire? Difficile dirlo e forse a fine stagione se ne saprà di più.
"Nel 2019, ultimo anno in cui si sono svolte, le sagre in Umbria furono 350 e le pro loco comunque ne organizzano circa un terzo – spiega Fiorelli – anche se sono movimentano il 60 per cento della ’produzione’ economica complessiva".
Anche quest’anno la durata massima sarà di dieci giorni, anche se in molte realtà si preferisce limitare l’attività a due fine settimana. Sullo sfondo resta la polemica con le associazioni di categoria. "Ma sui territori la situazione è molto più tranquilla di quanto non la si voglia dipingere – secondo il presidente Unpli – le sagre producono un importante giro di affari che è significativo per le economie delle piccole realtà: tanti sono i fornitori, non solo alimentari che vengono coinvolti. Senza scordare che comunque in ogni paese non c’è più di un evento e questo i ristoratori lo sanno".
Intanto però Paolo Ercolani, alla guida della categoria all’interno di Cna Turismo Umbria, nei giorni scorsi era stato molto chiaro in merito: " Pensiamo che palazzo Donini debba fare una valutazione molto attenta e concertata delle scelte sul fronte della disciplina delle sagre e delle feste popolari – ha detto Ercolani –, che in alcuni territori diventano un competitor ulteriore senza però concorrere in condizioni di parità, sia per quanto riguarda i costi generali di esercizio, sia in termini di qualità".