Aumenta la Tari, ed è polemica ad Umbertide, dove sui social i cittadini segnalano rincari consistenti in bolletta - almeno del 15% - prendendosela con il Comune. E se l’opposizione cavalca la protesta con Pd e Corrente che parlano di "aumenti inaccettabili", l’amministrazione scarica ogni responsabilità su Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) e Auri (Autorità umbra rifiuti e idrico). I Dem puntano il dito: "Gli umbertidesi pagheranno 400.000 euro di Tari in più per il 2024 e altri 200.000 euro nel 2025, con oltre il 15% di aumento a famiglia. Ciò è inaccettabile. Si poteva piuttosto utilizzare una parte cospicua dell’avanzo di amministrazione per neutralizzare l’aumento spropositato della tassa. Sarebbe questo l’impegno della destra a sostegno delle famiglie?". Corrente ricorda di aver votato contro l’aumento, sottolineando che "Auri, essendo un ente pubblico, dovrebbe essere guidata nell’interesse della collettività". "Riteniamo fondamentale – rimarca – che il sindaco Carizia, insieme ad altri comuni, assuma un ruolo attivo nel governare le decisioni, piuttosto che accettare passivamente scelte che incidono sui cittadini". Il Comune, dopo aver ricordato che le tariffe sono stabilite da Arera con un calcolo entrato in vigore nel 2022 ribatte che l’aumento dei costi è stato deciso da Auri, che comprende 14 sindaci dell’alto Tevere e che, tra essi, solo il sindaco Carizia si era astenuto. "Ai Comuni – sottolinea l’ente – spetta solo il ruolo di riscuotere la tariffa che altri hanno deciso, peraltro senza il voto favorevole del Comune di Umbertide. L’amministrazione infatti ha dovuto attuare il Piano economico finanziario dell’Auri adeguando le tariffe che per legge devono coprire il costo del servizio". Ed ancora: "Sulla Tari i Comuni sono esautorati da ogni potere di intervento sui piani finanziari e non possono incidere sulle tariffe. Umbertide quello che poteva fare, ovvero non approvare il piano economico, l’ha fatto. Non c’è altro margine di intervento: l’ente è obbligato ad approvare le tariffe in Consiglio comunale per pagare il servizio (per non creare buchi nel bilancio), il cui costo, per legge, deve essere coperto esclusivamente con il ricavato della tariffa. Anche volendo, i Comuni non possono mettere risorse proprie".
Pa.Ip.