Una manifestazione per esprimere solidarietà ai titolari e ai dipendenti della Eurocar di Passignano sul Trasimeno, perché l’attività e i posti di lavoro possano essere salvati. È stata organizzata per sabato mattina alle 10.30 proprio davanti al capannone di via Valle Romana, che in base alla recente sentenza del Consiglio di Stato dovrebbe essere demolito. Su questa tegola adesso si abbatte anche la recente missiva di Intesa San Paolo, oggi titolare del leasing con cui è stato realizzato l’immobile, in virtù di un permesso a costruire che prima venne concesso dal Comune e poi annullato dal Tar. A distanza di 16 anni il Consiglio di Stato ha messo una pietra tombale sulla vicenda con una sentenza secondo la quale "il fabbricato costruito in base a un’autorizzazione poi venuta meno non differisce da quello edificato senza titolo (anche considerata la generale retroattività delle pronunce e dei provvedimenti costitutivi), essendo entrambi abusivi (l’uno in via originaria, l’altro in via sopravvenuta)" e ne ordina la demolizione. La Nazione ha incontrato il titolare che ha spiegato, "ad oggi il paradosso è che nello stesso luogo dove sorge la nostra attività, che ci dicono di demolire, potrebbe essere realizzato lo stesso identico edificio e sarebbe regolare. Ci sembra impossibile che non sia possibile sanare una situazione di cui noi siamo vittime, da ogni punto la si osservi".
E così nasce la manifestazione annunciata per sabato, "per far sentire la vostra vicinanza alla nostra attività, l’officina meccanica, che da 29 anni offre un servizio con passione, dedizione e professionalità. Sabato dalle ore 10.30 alle 12. Un gesto per far capire che la nostra realtà, costruita con sacrificio e amore per questo mestiere, rischia di chiudere, lasciando 11 famiglie senza lavoro. La vostra presenza, anche solo per pochi minuti, sarà un gesto di solidarietà prezioso e un segnale forte per il futuro della nostra comunità". Nelle scorse ore il sindaco di Passignano, Sandro Pasquali ha espresso la sua solidarietà ai lavoratori "coinvolti loro malgrado in una vicenda che non hanno causato". L’attuale amministrazione comunale si trova quindi a gestire una situazione particolarmente complessa, "frutto di scelte tecniche e amministrative del passato", ma il futuro invece incombe con la banca che chiede di liberare i locali entro il 13 marzo.