"Sanità, basta proclami. Ora servono soluzioni"

Sindacati sul piede di guerra. Leonardi e Belletti della Uil:. "Il rischio è che le strutture. si rivelino cattedrali nel deserto".

"Sanità, basta proclami. Ora servono soluzioni"

"Sanità, basta proclami. Ora servono soluzioni"

Il progetto della casa di comunità in via Vasari, il mancato recupero dell’ex ospedale, il continuo impoverimento dei servizi sanitari pubblici, la mancanza di medici e personale. "Non ci bastano i cartelli e le delimitazioni nei cantieri sui progetti per la sanità dell’Alta Umbria: le istituzioni non possono girarsi dall’altra parte. Servono non solo impegni, ma atti concreti per dare risposte alle tante persone che sempre più sono costrette a rinunciare alle cure". Così la segretaria generale UilP Umbria Elisa Leonardi e il coordinatore Uil Alto Tevere Sandro Belletti intervengono in merito "ai ritardi nei lavori per gli investimenti in sanità che riguardano questa parte di Umbria". Critiche piovono sulla casa di comunità in via Vasari: "Una scelta completamente sbagliata. Soldi buttati o comunque spesi male andando a intensificare il traffico in un luogo già sensibile", scrivono Leonardi e Belletti.

Tra le questioni aperte e ancora in attesa di soluzione, anche quella annosa dell’ex ospedale: "Si spera nei 12 milioni di euro dal nuovo Fondo di coesione, dopo un processo fin troppo lungo". Un processo che i sindacati auspicavano si potesse concludere con la casa di comunità all’interno dell’ex ospedale. "Il rischio è che tutte queste strutture si rivelino ora delle cattedrali nel deserto. Intanto aspettiamo dalle istituzioni la convocazione delle parti sociali su questi temi", aggiungono infine i sindacati nella nota diramata ieri. Al tavolo di confronto non solo il caso Altotevere, ma anche la casa di comunità di Gubbio e più in generale lo stato della sanità pubblica in Umbria.