
La governatrcie Proietti: "Puntiamo a salvaguardare le fasce più deboli". Intanto il centrodestra occupa l’Assemblea legislativa anche nel fine settimana.
"Martedì c’è un tavolo tecnico. Noi facciamo la politica": a dirlo la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti annunciando il primo appuntamento al Ministero delle finanze sui bilanci della sanità regionale. "Nella maggior parte delle regioni, quelle che non hanno un modello prevalentemente privato, il Fondo sanitario nazionale non è più in grado di coprire le spese - ha aggiunto la governatrice, a margine della presentazione del candidato sindaco di Assisi per il centrosinistra - Le Regioni che non hanno le leve fiscali al massimo - ha sostenuto Proietti - stanno pensando a un bivio: o non offrono più servizi sanitari sufficienti o attuano manovre fiscali più eque possibili. E lo stanno facendo quelle amministrate dalla destra come dalla sinistra". La presidente umbra ha spiegato che al Tavolo del Mef "si ratificherà una situazione che ci vede appunto con un disavanzo. Stiamo cercando di gestirla nel modo meno (rpr meno) impattante possibile sui redditi degli umbri. Puntiamo a salvaguardare le fasce più deboli, anche di più di quello che abbiamo proposto in urgenze. E cerchiamo di salvaguardare la sanità dal commissariamento che porterebbe le aliquote al massimo dal primo giugno".
Intanto anche nel fine settimana i consiglieri regionali del centrodestra umbro resteranno giorno e notte nella sede dell’Assemblea legislativa occupata per protestare sulle modalità con le quali la maggioranza di centrosinistra ha attestato il deficit della sanità e contro la manovra finanziaria delineata per ripararlo che prevede un aumento delle aliquote.
"Siamo qui perché abbiamo chiesto degli atti che non ci sono stati dati e vogliamo far capire ai cittadini che questa manovra sarà devastante per le tasche degli umbri di tutti i ceti, per l’economia - ha detto la ex presidente e ora consigliera della Lega Donatella Tesei – Questa manovra proprio non serve bisogna essere chiari. Bisogna andare al Tavolo del Mef (il primo aprile - ndr) con i numeri giusti e magari cominciare a negoziare da quello che è un dato certificato dalla società privata che loro hanno incaricato secondo la quale il disavanzo è di 34 milioni d’euro e non di 90".