REDAZIONE UMBRIA

Sanità, inchiesta choc in Umbria. Sesso in cambio di una nomina

Intercettazioni meticolose. E per Duca c’è l’accusa di “corruzione”

Emilio Duca, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Perugia

Perugia, 13 aprile 2019 - «Il problema è che dico all’assessore. gli dico “guarda noi, io so’ riuscito a fa tutto sabato perché in verità mi sono dovuto anche prostituire perché, capisci anche l’imbarazzo visto dalla Mecocci (Patrizia, docente e direttore della Scuola di specializzazione in Geriatria, indagata) le ho detto “guarda è una persona dell’assessore… questa è quella che non è venuta gliè da da’ na mano».

Le raccomandazioni di “Concorsopoli” viaggiavano sempre sulla direttrice politico-amministrativa. Quando era l’assessore Luca Barberini, quando l’ex sottosegretario Gianpiero Bocci, quando, ancora la presidente della Regione, Catiuscia Marini a segnalare i nominativi e a chiedere le tracce delle prove d’esame. Tutti interessati – ma non solo loro – a piazzare i propri candidati ai primi posti dei concorsi pubblici dell’Umbria. Un “sistema” ormai collaudato, secondo la procura.

È l’aprile del 2018 – nel pieno di un’indagine ancora top secret –: Emilio Duca, parlando con Maurizio Valorosi chiarisce di aver avuto i temi dalla dottoressa Mecocci «la quale gestiva personalmente e direttamente il concorso con il consenso del dottor Dottorini (Maurizio, presidente della Commissione di uno dei concorsi, anche lui indagato, ndr)». Duca e Valorosi discutono addirittura – annota sempre il gip Valerio D’Andria – dell’esito della procedura, programmando quale debba essere l’ordine in modo da soddisfare tutte le esigenze in gioco: quelle della direttrice del Reparto, quelle dei medici interni che ambiscono a stabilizzare il loro rapporto di lavoro e quelle dei “raccomandati” dal politico”.

In particolare l’assessore alla sanità ha condizionato quattro procedure concorsuali, l’allora onorevole, nonché sottosegrerario del Pd, Bocci è intervenuto illecitamente in tre procedure. Un «abile sfruttamento di un efficiente e solido sistema clientelare».

Ma nell’inchiesta che ha provocato un terremoto politico senza precedenti spuntano anche rapporti sessuali in ufficio con una candidata poi selezionata per il posto da Dirigente a tempo determinato per il servizio programmazione Economica-finanziaria.

È il capo di imputazione 28 : l’unico in cui la procura contesta a Emilio Duca il reato di corruzione per aver «compiuto atti contrari ai propri doveri d’ufficio in cambio di utilità consistite in diversi rapporti sessuali. A fronte di questi ultimi Duca poneva in essere – è sempre il capo di imputazione – un’attività di intermediazione e di influenza presso i componenti della Commissione esaminatrice».

Il riferimento è al caso di uno degli indagati che «incontra la candidata e le dà suggerimenti sia sul curriculum che sulle condotte da assumere dopo la nomina della commissione esaminatrice. Alla fine del secondo colloquio – scrive il gip – inoltre i due interlocutori si scambiano effusioni e hanno un rapporto sessuale». La circostanza si ripete anche in successive occasioni, riporta l’ordinanza: «Anche dopo la procedura i due si incontrano presso l’ufficio (...) consumando in ogni occasione un rapporto sessuale».

Il pm evidenzia come «i convegni amorosi si tengano proprio nel periodo in cui si svolge la procedura e senza che vi siano indici apparenti di una relazione sentimentale tra i due indagati» e ciò - sostiene - «indurrebbe a ritenere presente un vero e proprio accordo corruttivo fondato su uno scambio tra le prestazioni sessuali e la nomina».

Eri.P.