"C’è un progressivo degrado della sanità in Umbria: dalla deriva verso il privato al definanziamento di quella pubblica, dalle situazioni di malessere all’interno delle strutture ai tempi d’attesa lunghissimi e logisticamente improponibili. Siamo un gruppo di persone che ha deciso di ragionare su questi temi, ma sappiamo di non poter essere autosufficienti: abbiamo quindi espresso un punto di vista il più possibile condivisibile, di buon senso, e lo vogliamo poter condividere con tutti i numerosi comitati locali e soggetti che si battono per la sanità, incontrandoci e dando così vita a un’importante massa critica. Purtroppo la sanità umbra è a un passo dal baratro, siamo vicini a un punto di non ritorno e bisogna cercare di avere risposte ora, in questo momento, perché poi potrebbe essere troppo tardi". A parlare è Roberto Ciccone, medico e già assessore al Comune di Perugia, ma il punto di vista che esprime è quello del neo costituito Comitato umbro per la difesa della sanità pubblica – di cui ha deciso di far parte – che si è presentato a Perugia, nella sala ‘Vito Saccomandi’. A illustrare le finalità del Comitato, oltre a Ciccone, anche Gianluca Schippa, esponente dell’area progressista a Bettona, e il sociologo della sanità Stefano Goretti. In sala volti noti della sinistra umbra, tra cui Stefano Vinti e Juri Pellucca, ma anche professionisti del settore quali l’anestetista Rosellina Brasacchio e il ricercatore Osvaldo Fressoia che sono intervenuti nel dibattito. Durante l’incontro, i rappresentanti del comitato hanno diffuso un documento che si apre con queste considerazioni: "Da una Sanità umbra all’avanguardia e punta di diamante anche in Italia, a un sistema sanitario regionale colabrodo, con tempi d’attesa per visite e prestazioni lunghissimi e logisticamente improponibili, carenze ormai croniche di medici e infermieri e un ricorso inaccettabile a prestazioni private solo per chi se lo può permettere o con un atteggiamento di resa da parte dei cittadini, che porta a non sottoporsi più a indagini diagnostiche, a cure o a prevenzione. E c’è dietro la precisa volontà di privatizzare pezzi del Servizio sanitario nazionale". Infine, dopo altre osservazioni e l’esposizione delle principali richieste, l’appello alla mobilitazione: "È improrogabile una forte reazione che coinvolga tutti i soggetti che operano nelle strutture della Sanità umbra, ma anche i cittadini che della Sanità sono i fruitori".
Cronaca"Sanità pubblica alla deriva" Nasce il comitato umbro per la difesa della salute