Sciopero all’Ast e licenzimenti alla Faurecia nella crisi dell’auto. "Lo sciopero proclamato in Ast, Tubificio e indotto è pienamente riuscito in tutti i reparti e tra gli operai e impiegati con punte che superano il 95% delle adesioni", sottolineano i sindacati dei metalmeccanici. Tra gli obiettivi "iniziare una trattativa vera sul piano industriale che indichi la misura e il cronoprogramma degli investimenti oltre ai mercati di riferimento, per rilanciare il sito e il suo ciclo integrato per la produzione strategiche di inox, fucinati e tubi con le ricadute sui livelli occupazionali (diretti e dell’indotto)"."Rimane aperto lo stato di agitazione e il blocco degli straordinari - continuano i sindacati – con otto ore di sciopero proclamate nel primo pacchetto da utilizzare per superare lo stato di incertezza più volte denunciato". E la crisi del settore automotive incombe. "Sono diverse, infatti, le aziende messe in ginocchio dalla crisi dell’automotive che punta sull’elettrico – osserva il segretario Uilm Umbria, Simone Lucchetti – Il caso di specie, infatti, è quello dell’azienda Faurecia di Terni, che da 30 anni produce marmitte per automobili. Un’azienda da 340 dipendenti, che oggi si ritrova con un calo di 140 dipendenti. Novanta sono stati i contratti a termine non rinnovati, 25 i licenziamenti in programma e 25 le uscite volontarie già effettuate. Da luglio in azienda è partita la cassa integrazione a zero ore, con i lavoratori che si vedono dimezzati gli stipendi. Una situazione di una gravità inaudita, che dipende dalla crisi dell’automotive e da una transizione ecologica mal gestita a livello internazionale, che ora si ripercuote sui lavoratori". "Per questo non possiamo che esprimere una profonda preoccupazione" conclude.
CronacaSciopero all’Acciaieria: "Adesione oltre il 95%. Pronte altre otto ore"