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Laura Santi
Perugia, 21 febbraio 2025 - Da diversi giorni sui social circola l'appello lanciato da Laura Santi, la giornalista perugina di 50 anni affetta da sclerosi multipla, protagonista di una lunga battaglia per ottenere una legge sul fine vita a fianco dell'associazione Luca Coscioni. "Ho bisogno di una persona che mi assista e il non riuscire a trovarla si sta trasformando nel peggiore degli incubi", si sfoga l'attivista. "Un manrovescio improvviso della sorte".
Ma ecco il suo messaggio: "Cercasi assistente personale per una donna di 50 anni in sedia a rotelle con sclerosi multipla grave, non allettata. Mentalmente attiva e lucida, con qualche residuo motorio ma del tutto non autosufficiente", ha scritto in un post nel quale ha indicato le attività richieste. "Io voglio vivere ma così è impossibile - ha ribadito dopo che ha dovuto lasciare la donna impegnata nella sua assistenza - Io e mio marito siamo rientrati nel peggiore degli incubi, questa non è vita. Mi batto non solo per il fine vita - ha spiegato ancora - ma perché ancora vorrei vivere. Noi fragili abbiamo il diritto a essere assistiti. Per me il numero uno dei sostegni vitali indicati nella sentenza Cappato è l'assistenza. Senza io muoio". La giornalista perugina ha sottolineato che per patologie complesse e gravi come la sua mancano figure professionalmente dedicate all'assistenza domiciliare. "Non c'è una banca dati - ha aggiunto -, non un filtro delle istituzioni, nessuna tutela per noi disabili. La ricerca è meramente privatistica. Devi entrare nella cosiddetta giungla del badantato. Metti un annuncio su Facebook, vedi tante persone alle quali, se trovi quella giusta, devi insegnare attività complesse, nel mio caso anche sanitarie. Senza l'assistenza letteralmente non vado avanti. Voglio vivere ma voglio essere messa nelle condizioni di farlo con dignità".