Ancora provvedimenti da parte della questura di Perugia dopo i disordini che si sono verificati in Curva Nord tra due gruppi di tifo organizzato, in occasione della partita in casa del Perugia contro il Pineto. Il 28 marzo il questore Fausto Lamparelli aveva emesso il Daspo per tre ultrà che erano stati anche arrestati (per loro erano stati disposti i domiciliari) e, quindi, dopo l’udienza di convalida, obbligati alla presentazione alla polizia giudiziaria. Erano stati i primi a essere ritenuti responsabili del lancio di fumogeni e seggiolini sui gradini della Curva. Minuti di caos totale durante i quali l’arbitro fu costretto anche a sospendere l’incontro. Ma i tre, avevano evidenziato le indagini fin da subito, non erano i soli responsabili dei tafferugli.
Le indagini della Digos, che intanto erano proseguite in particolare sulla base dei video effettuati e delle immagini delle telecamere di sicurezza, hanno permesso di associare nomi a volti. Si aggiungono, così, altri 18 provvedimenti di Daspo per altrettanti tifosi. Ai supporter colpiti dalle disposizioni del questore, viene interdetto, da due ore prima e fino a due ore dopo la conclusione della manifestazione sportiva, l’accesso e lo stazionamento in un’area di 400 metri di distanza dai luoghi antistanti lo stadio, le stazioni ferroviarie interessate dall’arrivo o dalla partenza dei tifosi, i parcheggi pubblici serventi gli impianti sportivi, i luoghi di allenamento e i ritiri delle squadre di calcio, nonché, in un’area di 200 metri di distanza dagli altri luoghi interessati alla sosta, al transito o al trasporto di coloro che partecipano o assistono alle medesime manifestazioni. Le indagini, riferisce la questura di Perugia, sono andate oltre, ravvisando delle presunte responsabilità anche a cinque steward in servizio alla stadio. Gli addetti, nello specifico, avrebbero permesso l’accesso abusivo allo stadio di alcuni tifosi che non avevano il biglietto. Il prefetto di Terni, su proposta della questura di Perugia, ha disposto nei loro confronti il divieto di essere impegnati in tutti gli impianti sportivi d’Italia.