Scontro duro in Cassa di risparmio. Fondazione contro Mediocredito

"Esclusi dal Cda con un’interpretazione giuridicamente discutibile delle disposizioni statutarie"

Scontro duro in Cassa di risparmio. Fondazione contro  Mediocredito

Scontro duro in Cassa di risparmio. Fondazione contro Mediocredito

Cassa di risparmio, esplode lo scontro tra il socio di maggioranza Mediocredito Centrale e quello di minoranza, la Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto presieduta da Mario Mari. Al centro della fortissima polemica c’è stata l’esclusione di un rappresentante della Fondazione all’interno del consiglio d’amministrazione della banca che è stato rinnovato lo scorso 17 giugno. "La Fondazione – spiega un comunicato dai toni molto conflittuali emesso da Palazzo Coelli – ha deciso di non partecipare all’inutile votazione, lasciando anzitempo l’assemblea, in completo disaccordo con Mediocredito Centrale che, avvalendosi di un’interpretazione giuridicamente discutibile, e assolutamente non condivisibile, delle disposizioni statutarie disciplinanti il funzionamento dell’assemblea ha di fatto precluso ogni legittima possibilità di nominare i rappresentanti della Fondazione, di cui erano state depositate, nei termini e nei modi previsti dalla legge e dallo statuto, le relative liste di candidati per il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale" . La Fondazione si dice "consapevole del fatto che, non aderendo all’ultimo aumento di capitale, conseguito dal socio di maggioranza mediante una gestione assembleare essa stessa discutibile e, appunto, censurata dalla Fondazione con il giudizio tuttora pendente dinanzi al Tribunale di Perugia, non ha più la percentuale di ’blocco’ che avrebbe potuto impedire un simile atteggiamento di Mediocredito Centrale". La Fondazione stigmatizza la conduzione "unilaterale" della vicenda e contesta fermamente nel metodo e nel merito l’operato del socio di maggioranza: "Nel metodo perché, per giungere a una decisione da loro già definita da tempo, sono state necessarie quattro assemblee, con rinvii non giustificati e assenze del socio di maggioranza. Nel merito perché nella definizione dei nomi non si è tenuto minimamente conto delle esigenze del territorio e del socio storico della Cassa". La Fondazione definisce quindi questa una "soluzione prevaricatrice che delinea la scarsa attenzione di Mediocredito Centrale alle esigenze della Fondazione che, nonostante mantenga una quota significativa del capitale (14,68%), viene illogicamente privata della opportunità di avere, nell’ambito degli organi di governo della banca, una adeguata rappresentanza".

Cla.Lat.