
Le nove associazioni imprenditoriali dell’Umbria si sono incontrate con Bori e Proietti
Cna, Confartigianato Imprese, Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative, Legacoop e Confagricoltura si sono incontrate con la presidente della giunta regionale, Stefania Proietti e con l’assessore Tommaso Bori. La Regione ha spiegato alle assocazioni umbre le ragioni che hanno portato all’adozione urgente della manovra fiscale, saltando anche le prime fasi della concertazione con le parti sociali, aprendo all’introduzione di modifiche e integrazioni prima della sua approvazione in consiglio regionale che, per evitare il commissariameto della sanità pubblica, dovrà avvenire entro il quindici aprile. Le associazioni hanno espresso preoccupazione "perché, se da un lato commissariare la sanità significherebbe ridurre ulteriormente i servizi essenziali rivolti alla collettività, mettendo in difficoltà tutti, a partire dalle persone più fragili, dall’altro lato l’aumento della tassazione è una soluzione nefasta in un momento in cui l’economia rischia di entrare in recessione, la crescita è vicina allo zero, gli investimenti privati registrano il segno meno e i consumi, già fermi, rischiano un’ulteriore compressione a fronte della riduzione dei redditi disponibili dei cittadini. Pertanto l’aumento delle addizionali e le riforme strutturali per noi rappresentano due facce della stessa medaglia, non può esservi l’una senza che vi sia l’altra".
Per le nove organizzazioni "la prima cosa da fare entro la prima decade di aprile è migliorare la manovra fiscale deliberata dalla Giunta. Ma se vogliamo evitare che si creino nuovi buchi di bilancio e soprattutto se vogliamo rendere l’Umbria più attrattiva nei confronti di nuovi residenti, a partire dai giovani altamente scolarizzati, la seconda cosa da fare - hanno sostenuto le associazioni - è quella di avviare subito e portare a compimento in breve tempo una serie di riforme strutturali che contribuiscano a rendere l’Umbria più competitiva. Allo stesso tempo andrebbero riviste le politiche di sviluppo regionali, che dovrebbero avere come asse portante la crescita dimensionale di tutti i tipi di imprese, attraverso il pieno utilizzo delle risorse europee del FESR, FSE+ e CSR, ma anche con un forte processo di semplificazione normativa regionale e comunale. Ad oggi lo sportello unico per le attività produttive in alcuni comuni continua ad essere una chimera".