Annalisa Angelici
Cronaca

"Rebus-scuola, famiglie senza certezze"

L’Associazione Genitori dell’Umbria chiede indicazioni univoche: "Distanziamenti, ingressi, mensa e sanificazione, non sappiamo nulla"

Una scuola

Perugia, 27 agosto 2020 - «Non abbiamo indicazioni, né sicurezze. La scuola riapre tra meno di tre settimane e ancora tutto è in alto mare». Maurizio Valentini non nasconde la sua preoccupazione: è il presidente umbro dell’Associazione Genitori, che nell’ultimo mese ha ricevuto centinaia di telefonate di madri e padri preoccupati perché non sanno cosa sarà dei loro figli dal 14 settermbre. Presidente Valentini, ma la situazione-scuola è davvero così preoccupante? «A nostro parere sì. Dai primi di agosto i genitori ci chiamano per chiederci se la scuola sarà un posto sicuro, un ambiente protetto e se possono stare tranquilli. Ecco, noi non possiamo dare certezze, se non rassicurarli sul fatto che ci stiamo impegando perché al più presto ci venga spiegato con esattezza cosa accadrà, dall’ingresso in aula fino all’uscita dei ragazzi, tragitto con i mezzi compreso».

Cosa vi preoccupa di più? «Gli aspetti sono tantissimi. Gli spazi nelle classi: non tutte le scuole hanno la possibilità di distanziare i banchi; poi gli ingressi scaglionati e come verranno gestiti; il personale a nostro parere non è sufficiente, né gli Ata, né gli insegnanti. E la sanificazione, quando verrà fatta? Le mense sono siucre?». Partiamo dagli ormai famosi banchi con le rotelle... «Fonti non confermate, perché avere conferme è praticamente impossibile, ci dicono che in Umbria non arriveranno prima di ottobre. E nel frattempo che faranno i nostri ragazzi?». Senza distanziamento in classe studenti e insegnanti indosseranno la mascherina... «Ma come è pensabile che indossino cinque ore la mascherina? E gli insegnanti: figurarsi spiegare per due ore... Per i più piccoli, penso alle elementari, la trasmissione empatica che è assicurata da un’espressione del viso è determinante. Le mascherine serviranno, ma non sono la soluzione». Ingressi scaglionati e trasporti: i genitori che si aspettano? «Chiarezza, innanzitutto. E sicurezza. Ma anche qui ancora dalle scuole non sono arrivate certezze. Come per le mense: i genitori temono che possano essere un luogo di contagio. Occorreranno interventi chiari e univoci, ma il tempo stringe».

Viene chiesto alle famiglie di misurare la febbre. La ritenete una misura efficace? «Il problema non è questo: è come dovranno regolarsi i genitori quando i ragazzi non avranno febbre ma ’solo’ tosse e raffreddore. Li dovranno tenere a casa? O potranno mandarli in classe lo stesso?». Qui si apre un altro fronte, la gestione delle ’ quarantene’ in caso di febbre... «Per i genitori che lavorano sarà un problema enorme perché non potranno più fare conto, per ovvi motivi di protezione dall’eventuale contagio, sui nonni. Speriamo che il governo pensi a un bonus baby-sitter, magari più ampio, e che riveda lo smart working anche alla luce della gestione familiare». Poi c’è la sanificazione dei locali scolastici... «É il tema dei temi. Un esempio: una scuola tecnica, laboratorio di fisica. Una classe finisce la sua ora di attività: i locali e il materiale devono essere sanificati. Chi lo farà? Con quali tempi? Lo stesso discorso vale per le palestre, penso ai palloni e agli attrezzi, e per tutti gli altri laboratori. Tra gli addetti del personale Ata alcuni hanno la legge 104, non possono essere utilizzati per le pulizie. In quelle scuole come si farà? Riguardo alle fasce protette, credo ci sia un altro tema: il nostro personale docente ha un’età piuttosto elevata quindi è a rischio». Cosa farà l’Associazione per dare certezze ai genitori? «Scriveremo alle scuole, a tutte le scuole umbre. Chiederemo ai dirigenti che vengano dati al più presto alle famiglie indirizzi chiari e precisi, nell’ottica della sicurezza. E scriveremo a Regione e Comuni perché si adoperino per dare risposte. Subito. Davvero, non c’è più tempo».