REDAZIONE UMBRIA

Sedicenne nei guai per droga: "Dobbiamo provare a salvare i ragazzi che sono in difficoltà"

Passignano, intervista al dirigente scolastico dell’istituto “Birago“, Luca Severi "Conoscevo bene la situazione, ho vissuto l’arresto come un fallimento".

L’arresto del sedicenne trovato in possesso di droga ha colpito molto il dirigente scolastico dell’Istituto “Birago“

L’arresto del sedicenne trovato in possesso di droga ha colpito molto il dirigente scolastico dell’Istituto “Birago“

"La scuola è il primo luogo dove emerge il disagio". Ieri abbiamo riportato, dopo l’arresto per spaccio di un minorenne della zona, lo sfogo del dirigente scolastico Luca Severi dell’Istituto comprensivo Dalmazio Birago. Ha parlato di fallimento della comunità educativa. Perchè?

"Perché conoscevo bene la situazione. Era per me il primo anno da dirigente e mi sono trovato a gestirla a scuola, fu faticoso. Non lo dimenticherò. Gli insegnanti si adoperarono molto, aggiungemmo un docente individuale, lavorammo a fianco degli assistenti sociali, incontrammo i genitori, stabilimmo con loro una strategia di intervento. È per questo che leggere dell’arresto mi ha colpito, l’ho vissuto come un fallimento, ma non mi riferisco all’intervento - a quel punto sicuramente necessario e inevitabile - delle forze dell’ordine, che hanno compiuto il loro dovere al meglio, evitando anche possibili ulteriori conseguenze".

E a cosa dunque?

"A situazioni in cui i genitori non riescono a contenere i ragazzi, non si tratta di puntare il dito, ma di assumerci tutti le responsabilità di comunità, le situazioni possono essere recuperabili, anche se gravissime, prima di arrivare a risoluzioni estreme. O almeno abbiamo il dovere di provarci. Questo era un caso davvero particolare e sicuramente non diffuso. Ma ci sono situazioni in cui la scuola da sola più di tanto non riesce a fare perché abbiamo le armi spuntate. Se non c’è collaborazione scuola-famiglia il danno è tutto a carico dei ragazzi, per il loro futuro. Purtroppo, i tempi di risposta delle Istituzioni che agiscono su casi estremi - mi riferisco ad esempio ai tempi delle udienze e dei procedimenti giudiziari che coinvolgono i minorenni - non sono reattivi, servono risposte più immediate".

Ha detto anche che non è il primo caso sul territorio e che potrebbe non essere l’ultimo...

"Ogni anno ci sono situazioni attenzionate, non sono numeri elevati perché siamo in una piccola comunità, in un istituto di 650 alunni, ma è importante seguire ogni fenomeno come unico. Qui tutti frequentano lo stesso Istituto. Significa che le classi sono lo specchio della comunità, non abbiamo un “distillato“ in positivo o in negativo e posso garantire che questa eterogeneità arricchisce ognuno. Abbiamo ragazzi che escono con livelli di grande eccellenza e situazioni critiche che evolute con grande recupero. Ma bisogna agire tempestivamente e in maniera decisa, con tutti gli strumenti che servono. Con le forze dell’ordine e con il Comune collaboriamo in progetti di legalità che fanno parte dell’offerta formativa e siamo un Istituto molto fortunato per il clima di appoggio che riceviamo".

Sa.Mi.