TERNI "La Corte di Cassazione ha chiuso un occhio o forse tutti e due. Unicusano fa da anni un grande lavoro per la formazione universitaria. E poi, con una parte dei proventi, investe in attività parallele per acquisire le risorse necessarie a soddisfare le esigenze di una popolazione studentesca sempre in cerca di nuove prospettive di indagine scientifica. È quello che fanno tutti gli atenei italiani, pubblici e privati. Perché lo strabismo tributario si manifesta solo nella direzione di Unicusano?" E’ quanto dichiarano gli avvocati Ennio Amodio e Filippo Morlacchini, difensori di Unicusano, dopo che la Cassazione ha reso note le motivazioni con cui aveva respinto, nei mesi scorsi, il ricorso dell’Ateneo telemematico che fa capo a Stefano Bandecchi (foto), sindaco di Terni, riguardo al sequestro di venti milioni d’euro relativo all’inchiesta della guardia di finanza per reati fiscali. "Saranno i giudici di merito a confermare che una istituzione di alta cultura non può essere trattata come un covo di bottegai a caccia di scorciatoie fiscali", aggiungono i legali di Unicusano. Dalle indagini del Nucleo di polizia cconomico-finanziaria di Roma, era emerso che l’ente universitario "avrebbe abusato del regime di esenzione dalle imposte sui redditi previsto per tali contribuenti. Avrebbe, infatti, svolto attività commerciali in misura prevalente rispetto all’attività istituzionale, investendo circa l’80% del proprio patrimonio in società commerciali attive in diversi settori, dalla compravendita immobiliare al confezionamento di generi alimentari, dal trasporto aereo charter alla gestione di centri benessere". Tra i vari investimenti contestati, gli acquisti di "un elicottero e 4 auto di lusso (delle quali due sono oggetto del provvedimento di sequestro)".
CronacaSequestro milionario a Unicusano. Accusa e difesa pronte allo scontro