PERUGIA - Una minoranza che rischia di scomparire in un sistema pensato e realizzato al maschile, dove anche la normale crescita del proprio figlio viene messa in discussione da strutture inadeguate, alternative assenti e da modifiche di legge, come quella sul decreto Sicurezza, relativa al differimento della condanna per donne incinte o con figli di meno di un anno di età. Una minoranza che in Umbria corrisponde a 60 donne su 1.593 detenuti, dato in linea con il trend nazionale, dove la presenza femminile nelle carceri resta da anni sotto il 5 per cento.
Se ne è parlato alla sala dei Notari, nell’evento "Il Carcere al Femminile" organizzato dal Consiglio nazionale forense (Cnf) e dalla sua Fondazione dell’Avvocatura italiana con il quotidiano "Il Dubbio". Per il presidente dell’Ordine degli avvocati di Perugia, Carlo Orlando, la detenzione al femminile "è una questione di diritti e dignità. L’avvocatura deve essere in prima linea per garantire tutele efficaci e percorsi di reinserimento concreti".
Per la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, "le sfide che abbiamo di fronte sono importanti e il lavoro interistituzionale è la direzione giusta. Le istituzioni devono essere luoghi dove costruire comunità. Una delle più grandi urgenze che abbiamo di fronte è quella della coesione sociale, perché oggi viviamo in società sempre più frammentate. Costruire comunità coese significa costruire comunità solide. L’Ordine degli avvocati ci porta qui oggi con un tema che ragiona sui margini dei margini: come istituzioni, dobbiamo imparare a offrire risposte efficaci ai margini e alle fragilità. Le donne in carcere sono il margine del margine".
Il vicepresidente della Fondazione avvocati "Da Perugia parte questo percorso sul carcere e le condizioni delle detenute, che si concluderà a Torino in occasione del Congresso Nazionale Forense, anche con la proiezione di un video attualmente in fase di preparazione".
All’evento hanno partecipato anche le parlamentari Susanna Donatella Campione (Fdi), e da remoto di Mariastella Gelmini (Noi moderati – Centro popolare), Maria Elena Boschi (Iv) e Debora Serracchiani (Pd).
Luca Fiorucci