Sgozzato durante una lite. Trentenne ucciso dal compagno di cella

Ennesima tragedia in un carcere, stavolta a Napoli. La vittima era residente nel Perugino, dove viveva con la madre. Sarebbe tornato libero nel 2026.

Sgozzato durante una lite. Trentenne ucciso dal compagno di cella

Sgozzato durante una lite. Trentenne ucciso dal compagno di cella

Viveva nel Perugino con la madre. Sarebbe uscito di galera nel 2026, invece è morto ieri mattina all’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, dov’era stato ricoverato d’urgenza giovedì sera dopo l’aggressione subita nella cella della sezione detenuti comuni, nella quale era rinchiuso per spaccio di sostanze stupefacenti e rapina. La profonda ferita alla gola, inferta con una lametta da barba, non gli ha lasciato scampo. A provocarla il compagno di cella al culmine di una lite, causata da futili motivi. La vittima aveva aveva trent’anni ed era nata in Tunisia, mentre il presunto assassino è un marocchino di 23 anni. L’omicidio è avvenuto in uno dei carceri più affollati della Campania, dove a fronte dei 400 posti disponibili ne accoglie, invece, circa 600. Gli agenti della penitenziaria hanno immediatamente trasferito il ferito nel pronto soccorso dove è arrivato già in stato di incoscienza. Ieri mattina, alle 11, la conferma del decesso.

Il ventitreenne marocchino accusato ora di avere ucciso il suo compagno di cella claudicante e con problemi di deambulazione è in attesa di giudizio. Secondo il segretario del Spp, Aldo di Giacomo, si tratta del terzo omicidio in carcere da inizio anno: gli altri due i a Napoli-Poggioreale, il 4 gennaio, e a Opera-Milano il 20 aprile. Suicidi e omicidi, sottolinea Di Giacomo, "sono il segno più evidente che lo Stato ha ammainato bandiera bianca: non ci resta che rivolgerci alla Corte Europea dei diritti dell’uomo".

Situazione esplosiva dalla quale, tra l’altro, non sono esenti gli istituti umbri. Carceri dove è in corso lo stato di agitazione degli agenti aderenti al Sappe. Sindacato autonomo che ha recentemente confermato che non parteciperà all’incontro indetto dal nuovo provveditore dell’Amministrazione penitenziaria per la Toscana e l’Umbria. Un modo per evidenziare la contrarietà ad alcune scelte, aveva spiegato il sindacato, fatte a scapito degli istituti umbri, come l’aver posticipato a settembre l’arrivo di nuovo personale, 15 agenti, a fronte delle difficoltà a organizzare turnazioni tanto più in occasione delle ferie estive. Sovraffollamento, sottodotazione del personale di polizia e concentrazione di detenuti psichici sono i punti dolenti su cui i sindacati si battono da tempo.