Perugia, 7 dicembre 2024 – Perché scegliere di fare il medico, l’anestesista o l’infermiere sull’elicottero Nibbio piuttosto che in ospedale? La dottoressa Michelle Brozzi lo spiega così: “É un ambiente di lavoro entusiasmante, pieno di stimoli, ti metti continuamente alla prova. Si lavora un po’ in ospedale e un po’ in elisoccorso. E sono due giornate completamente diverse. In ospedale c’è sempre qualche imprevisto ma in un contesto comunque prevedibile e organizzato. Quando vieni qui all’aeroporto, invece, non sai mai quello che succederà. Poi a me piace lavorare all’aperto. Hai poco tempo per pensare, ti metti continuamente alla prova. Non fai solo il medico ma c’è anche un’integrazione con l’ambiente aeronautico”.
Un traguardo per un infermiere come sottolinea Alessandro Cecchi: “Non avendo grandi sbocchi a livello di carriera, credo che lavorare nell’elisoccorso sia il massimo per noi. Quando suona la campana, devi subito pensare in due o tre secondi cosa fare e preparare una strategia mentale. Sai quando parti e non sai quando torni, quanto durerà l’intervento. L’elisoccorso, per il momento, è attivo dall’alba al tramonto e ci è capitato di partire in elicottero e tornare su gomma. Il lavoro più bello che può esserci”.
Il direttore della Centrale Operativa regionale Francesco Bergonzoni evidenzia un altro aspetto fondamentale: “Sia ben chiaro, non è un lavoro che possono fare tutti. Qui non si può sbagliare. Dall’operatore del 112 che deve capire in pochi secondi la situazione e scegliere la strategia giusta all’intervento del personale sanitario che deve avere un habitus specifico. É un lavoro impegnativo, con tanti rischi ma salvare un paziente ti ripaga di qualunque difficoltà o sacrificio. É un mestiere difficile che necessita di una formazione continua. Non puoi abbandonare la formazione per un certo tempo. L’expertise va coltivata giorno dopo giorno. Questo per dare modo agli operatori di garantire la prestazione al massimo livello possibile, nel momento del bisogno, per la sicurezza personale ma soprattutto per la salvaguardia del risultato nei confronti del paziente”.
Sono circa 250mila le telefonate annue che arrivano al 112, con un numero in tutta l’Umbria che si aggira tra i 92 e 93 mila interventi, con oltre 200 affidati al Nibbio. Un trend in crescita, nel 2021 gli interventi erano stati 81mila.