Soli, poveri e senza più reti sociali. La condizione choc degli anziani

Libro-ricerca svela i terribili disagi della terza età. "Molti non si curano i denti e vivono isolati in casa"

Soli, poveri e senza più reti sociali. La condizione choc degli anziani

Tra gli anziani dilaga la ludopatia, pensioni. anche di 700 euro lordi al mese

Poveri e proprio per questo ludopatici, spesso soli e di fatto abbandonati dai servizi sanitari, costretti a vivere in abitazioni di edilizia pubblica infarcite di barriere architettoniche: ecco il prototipo della condizioni choc degli anziani nel Ternano, un’area in cui il tasso di anzianità è al 28%, il più alto dell’Umbria. Emerge da “La mia terza età“, il libro-ricerca di Ugo Carlone (edizioni Liberetà) che ha intervistato oltre 700 iscritti allo Spi Cgil di Terni tra i 65 e gli 80 anni. "Si evidenzia una situazione molto complicata – spiega Attilio Romanelli, segretario provinciale Spi Cgil – a cominciare dalle pensioni, che vanno dai 700 ai 1600 euro lordi e che collocano la terza età nella fascia di povertà o comunque a ridosso. Ad una condizione economica disastrosa si aggiunge un pesante disservizio di carattere sanitario che vede gli anziani, spesso con più patologie, di fatto privi di un’assistenza territoriale. Cioè a parte l’ospedale non ci sono strutture intermedie che li accolgano. Una delle conseguenze del mix tra povertà e carenza di servizi sanitari è che molti anziani, per esempio, non curano più i problemi dentali e odontoiatrici". "Ci sono poi due questioni anche correlate: la solitudine e le condizioni abitative – continua Romanelli –. Gli anziani spesso sono persone sole, perché nei quartieri è venuta meno la rete sociale. Il libro ci dice che nei paesi la condizione di solitudine si avverte meno rispetto alla città o ai centri abitati più grandi, perché nei borghi e nelle frazioni esistono ancora contatti umani che la città ha cancellato, così come i centri sociali che sono sempre meno. E ad umentare l’isolamento ci sono le condizioni abitative, con un patrimonio pubblico in cui mancano gli ascensori e i percorsi per disabili e che obbliga l’anziano, ancor più se claudicante, a uscire il meno possibile da casa. Povertà, carenze di servizi sanitari e isolamento: ecco la condizione della terza età".

Cosa fare in uno scenario del genere?

"Bisogna ripristinare la contrattazione sociale, perché gli enti locali fanno i bilanci senza considerare affatto questa situazione. C’ è un patrimonio abitativo pubblico da rivedere; servono forme di cooperazione sanitaria sul territorio; va contrastata la ludopatia che tra gli anziani, non a caso sempre più poveri, dilaga. C’è la volontà di battersi concretamente contro la ludopatia? Abbiamo chiesto un incontro all’amministrazione comunale un anno fa, nessuno ci ha risposto. Lo stesso, a dire il vero, le amministrazioni precedenti.

Stefano Cinaglia