ANNALISA ANGELICI
Cronaca

Caso Meredith, la richiesta di Sollecito: "Mezzo milione di euro per ingiusta detenzione"

Il pugliese, ora assolto, passò 4 anni in carcere per l’omicidio Kercher. Oggi la decisione della Corte d’Appello di Firenze

Raffaele Sollecito attorniato dai giornalisti con il suo avvocato Giulia Borgiorno

Perugia 27 gennaio 2017- Mezzo milione (516mila euro, per la precisione) per «le sofferenze patite, di grado massimo»: è quello che chiedono gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori per il loro assistito, Raffaele Sollecito, come risarcimento per ingiusta detenzione. Quasi quattro anni di carcere, con l’accusa di avere ucciso (insieme all’allora fidanzata Amanda Knox e con Rudy Guede, unico condannato in via definitiva per l’omicidio) la studentessa inglese Meredith Kercher. Knox e Sollecito sono stati definitivamente assolti in cassazione. E oggi è attesa la decisione della Corte d’Appello di Firenze.

Uno dei casi più discussi in aula e fuori, quindi, torna ancora davanti ai giudici: la terza sezione si pronuncerà oggi sull’istanza. Alla richiesta si sono opposti sia la Procura generale di Firenze che il ministero delle Finanze. Nel ricorso i legali dell’ingegnere pugliese ripercorrono i quattro anni di carcerazione: «La custodia cautelare non solo allontanò – dicono – Raffaele dal mondo degli affetti, ma spezzò sogni e speranze di un laureando, ritardandone enormemente l’ingresso nel mondo del lavoro: anche dopo l’assoluzione in appello a Perugia nel 2011 – è riportato – Sollecito ha dovuto faticare non poco per continuare gli studi e per trovare una collocazione lavorativa, dal momento che per tutti Raffaele Sollecito era e continuava ad essere l’imputato di un efferato delitto».

Gli avvocati hanno chiesto alla Corte di valutare anche il «ruolo assunto dalle clamorose dafaillances o amnesie investigative e dalle colpevoli omissioni di attività di indagine (i passi della sentenza di Cassazione che li assove per sempre, ndr), le quali hanno contribuito in modo determinante a condurre in carcere un giovane cittadino innocente».