
di Erika Pontini
e Valentina Scarponi
"La fine di un incubo", per Umberto Bindella. Un dolore che si rinnova per la famiglia Marra. "Vorrei almeno un corpo su cui pregare" dice Anna, sorella di Sonia. La studentessa di Teologia, 25 anni, originaria di Specchia, uccisa 15 anni fa non si sa nemmeno come e inghiottita dal nulla. Sul giallo-Marra c’è il sigillo della Cassazione: Bindella è innocente all’esito di tre gradi di giudizio, ma Sonia venne ammazzata. E fu una "mente raffinata" a commettere il delitto, scandisce il Pg in aula. Quindi c’è un assassino in libertà e la scomparsa di una studentessa a Perugia, inizialmente poco indagata, rientra di diritto nel cold case.
Alle 13 di un 19 marzo di pandemia, che coincide con la festa del papà, i giudici della Prima sezione penale dichiarano ’inammissibile’ - come richiesto dalla procura generale - il ricorso presentato dall’accusa, richiesta alla quale si era associata la parte civile: i familiari di Sonia rappresentati dall’avvocato Alessandro Vesi. Il che significa che non c’è spazio per la discussione: appena due ore dopo il Collegio dichiarerà il caso chiuso. La procura generale presso la Corte d’appello di Perugia aveva tentato il tutto per tutto: ribaltare in sede di legittimità un doppio giudicato di assoluzione.
L’impiegato della Forestale, ancora sospeso dal servizio, era stato dichiarato innocente in primo e secondo grado, lasciando margini di manovra risicatissimi all’accusa per sostenere la tesi della colpevolezza di Bindella basandosi sempre sugli indizi iniziali: le accuse dell’amico ("Ho fatto una cosa più grande di me e di te"), la compatibilità con l’uomo nero visto dalla vicina di casa sul pianerottolo il giorno della scomparsa di Sonia (16 novembre 2006) e il presunto movente da ricercare nel test di gravidanza al quale si era sottoposta Sonia, in seguito a una relazione con Umberto.
Il mistero di Sonia ha ’zoppicato’ per anni: prima le indagini anche in ambienti religiosi, poi le comunità in Toscana e, ancora, misteri e errori. Come i tabulati scomparsi. Il primo processo aveva mandato assolto l’ex Forestale ma aveva sancito - per la prima volta - che la ragazza era stata uccisa con "premeditazione da una mente criminale raffinata che aveva programmato con anticipo, luogo e modalità del delitto e dell’occultamento del cadavere", aveva scritto il presidente-relatore, Giuseppe Narducci ipotizzando un’altra storia dietro la misteriosa scomparsa della studentessa "attirata o condotta con un’auto in una zona isolata, e uccisa".
"Noi abbiamo vissuto questo processo con molta sofferenza perchè non ci siamo dovuti confrontare con prove ma con ricostruzioni arbitrarie e dichiarazioni mendaci ritrattate e modificate di testimoni. Faremo immediatamente richiesta di risarcimento per l’ingiusta detenzione patita dal nostro assistito che, seppur breve (un mese di arresto, subito revocato dallo stesso gip nel 2012) ha inciso sulla sua vita, sul suo lavoro. Si è portato dietro uno stigma e, in questo periodo di sofferenza ha perso anche entrambi i genitori a distanza di pochi mesi l’uno dall’altra", dice l’avvocato Daniela Paccoi. "Finalmente è stata fatta giustizia - dice l’avvocato Silvia Egidi – e ora bisogna cercare l’assassinio di Sonia Marra perché lui certamente non è stato".
Dopo l’assoluzione, a ’La Nazione’ Bindella aveva detto: "Ci sono cose poco chiare. Mi sono fatto tante idee ma ancora senza un’unica risposta e comunque le tengo per me". "La famiglia Marra rispetta la decisione – dice l’avvocato Alessandro Vesi - . Dopo 14 anni e 14 mesi di questo dramma devastante, la famiglia ha appreso che – secondo una sentenza oramai definitiva - Sonia Marra è stata uccisa da uno spietato assassino attualmente in libertà, circostanza questa che dovrebbe far riflettere anche l’intera collettività. I familiari di Sonia non hanno nemmeno un corpo ed una tomba su cui piangere e chiedono risposte a legittime domande che attendono da ormai troppi anni, su cosa sia accaduto e su dove sia stato occultato il cadavere. E’ loro ferma intenzione lottare e impegnarsi fino all’ultimo affinchè sia fatta luce sull’omicidio di una figlia e di una sorella certi che le Istituzioni faranno la loro parte per cercare, pur a distanza di tempo, i resti di una studentessa di 25 anni, arrivata a Perugia per studiare".