Il Csm ha deciso: il "giudice-poeta" che ha accumulato un arretrato di 858 fascicoli viene sospeso dalle sue funzioni al Tribunale di Sorveglianze di Perugia. Secondo la Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, Ernesto Anastasio, "è un magistrato che sostanzialmente rifiuta il lavoro", "gettando discredito sull’intera amministrazione giudiziaria". L’intervento serve a evitare, come si legge nell’ordinanza, "ulteriore grave pregiudizio" ai diritti dei detenuti e al funzionamento del tribunale di sorveglianza di Perugia. Da dieci anni, il giudice è contestato per i suoi ritardi. Mentre, sottolineavano alcune settimane fa Corte d’Appello e Procura generale "da oltre un anno i vertici degli Uffici umbri giudiziari hanno di propria iniziativa più volte segnalato, anche alle autorità competenti ad esercitare l’azione disciplinare sui magistrati, cioè il ministero di Giustizia e la Procura Generale di Cassazione, i ritardi nelle decisioni giudiziali, apparentemente privi di giustificazione". "Il presidente del Tribunale di Sorveglianza – avevano aggiunto ancora la presidente facente funzioni della Corte d’Appello, Claudia Matteini, e il procuratore generale, Sergio Sottani – ha, tra l’altro, adottato nel corso di questi mesi dei piani di redistribuzione del carico di lavoro su altri colleghi dell’Ufficio, al fine di limitare il più possibile il disservizio. Questi provvedimenti hanno avuto il parere positivo del Consiglio giudiziario di Perugia, di cui fanno parte il presidente della Corte d’Appello e il procuratore generale". Proprio il presidente del Tribunale di Sorveglianza, Antonio Minchella, che del collega aveva sottolineato come "sicuramente non è impreparato", nei giorni in cui la vicenda del "giudice poeta" era venuta alla luce, aveva sottolineato che "l’ho richiamato al dovere più volte" ha aggiunto. Anastasio, 54 anni, originario della provincia di Napoli subì già un procedimento disciplinare quando era alla sorveglianza di Santa Maria Capua a Vetere. I procedimenti accumulati a Perugia, hanno riguardato le questioni più varie. "Si va dalla richiesta di concessione della messa in prova – aveva ricordato il presidente del Tribunale di sorveglianza –, ai colloqui, ad altre che toccano anche la libertà dei detenuti. E talvolta la mancata risposta può far pensare a una scarsa attenzione alle loro istanze e quindi creare nervosismo in un contesto già di per sé difficile".
Il presidente ha più volte chiesto conto dei ritardi ad Anastasio ma sulle spiegazioni fornite dal magistrato aveva preferito mantenere il riserbo. "Sicuramente non è impreparato, ha anzi un’ottima cultura. È una persona appassionata di discipline umanistiche, di poesia e di letteratura antica e latina in particolare, ma non ha mai utilizzato questi argomenti per spiegare la scarsa produzione di provvedimenti". "Dispiace – aveva aggiunto ancora il presidente Minchella – perché questo caso rischia di far passare in secondo piano il lavoro imponente che fanno ogni giorno i magistrati di sorveglianza smaltendo un notevolissimo numero di procedimenti e dando alla popolazione carceraria l’attenzione che merita". La Procura generale della Cassazione ha contestato al giudice di gravi violazioni ai "doveri di diligenza e laboriosità". Quindi la decisione del Csm di sospendere il giudice da funzione e stipendio.