
Un'aula di giustizia
Perugia 6 gennaio 2021 - Arrestata nel dicembre 2019 in seguito al terremoto-corruzione esploso in seno al tribunale di Spoleto per la presunta gestione degli incarichi dei delegati alla vendite immobiliari - accusa addebitata anche al suo compagno, il giudice Tommaso Sdogati - e poi sospesa dal lavoro, ora Nicoletta Pompei 38 anni, di Gualdo Tadino potrà tornare a fare l’avvocato. Visto, anche, che ha preso, anche professionalmente, le distanze dall’ex collega di studio Mauro Bertoldi, secondo la procura vero fulcro delle indagini avviate su più fronti. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Firenze, Maurizio Caivano ha infatti accolto la richiesta avanzata dagli avvocati Guido Rondoni e Roberto Erasti - difensori della donna - e ha revocato la misura interdittiva di 12 mesi emessa nel febbraio scorso. Il gip ha infatti tenuto in considerazione tre aspetti riferiti alla giovane avvocatessa: la cessazione del rapporto professionale con Bertoldi - il legale pluri-indagato da Perugia e Firenze nell'ambito di tre distinti filoni di indagine - l’«acquiescenza» dimostrata dalla Pompei rispetto alla sospensione disciplinare comminata dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Perugia fino al 10 dicembre scorso (l’avvocatessa non fece ricorso al Consiglio Nazionale) e il venir meno della contestazione di traffico di influenze - bocciata dalla stessa Cassazione - che, inizialmente, aveva supportato la misura cautelare. Il periodo detentivo e la condanna disciplinare - secondo il giudice - «hanno senza dubbio esercitato una efficacia dissuasiva».Inoltre il caso è ormai al vaglio del gup di Firenze che si pronuncerà all’udienza del prossimo 9 febbraio. In quella sede dovranno comparire Sdogati, la Pompei e Bertoldi e rispondere dell’accusa di corruzione. In particolare - secondo la procura di Firenze - Bertoldi si sarebbe impegnato a erogare alla Pompei il 50% della remunerazione degli incarichi di delegato alle vendite ricevuti nell’ambito delle esecuzioni immobiliari. Sdogati infatti ne parlò con il collega Simone Salcerini - al quale raccomandò Bertoldi - , inizialmente indagato ma nei cui confronti la stessa procura di Firenze ha chiesto l’archiviazione delle accuse. Ora la parola spetta al giudice. Erika Pontini